Seize the Week è una rubrica che, a cadenza regolare, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 18 al 24 marzo 2024.
Politica
In una settimana in cui è successo poco o nulla, tornano alla ribalta le notizie strettamente politiche.
Sabato scorso si sono svolte le elezioni per il consiglio provinciale di Padova. Il risultato è andato nettamente a favore del centro destra (4 candidati leghisti, 2 per Fdi e 2 per Fi, 2 per Udc), mentre il centro sinistra con una lista unitaria se ne porta a casa solo 6. Tra questi spicca un nome, quello di Carlo Pasqualetto (Azione) che Calenda, stupito dal successo, chiama già per l’Europee e i cui voti spargono il malumore all’interno della lista Giordani.
Sembra proprio che il Presidente della regione, Luca Zaia, non potrà ricandidarsi per il terzo mandato. Se da un lato, il doge minimizza la questione, dall’altro, all’interno del variegato campo leghista l’ansia e l’indecisione aumentano: si temono conseguenze. A livello Nazionale, uno Zaia libero dal vincolo con il Veneto fa paura al capogruppo Salvini che temendo per la propria leadership risponde con dispetti e provocazioni da pranzo domenicale alla volta del collega, il quale serenamente ricambia. A livello locale, invece, il rischio è la confusione; per le prossime regionali potremmo trovare una lista Zaia con a capo un possibile successore-alter ego, una lista lega con i consiglieri già insediati e una marea di liste civiche locali capeggiate da quei 144 sindaci presenti sul territorio.
La continuità tra il locale e il nazionale è visibile anche in altri contesti. L’esperimento Pd-5 stelle del campo largo potrebbe trovare nuova applicazione in vista delle elezioni di Rovigo. Ma è ancora il centro-destra l’ala politicamente più calda e intrattenente. Le nozze tra Salvini e Meloni si fanno sempre più burrascose e si riflettono su tutti gli altri livelli delle istituzioni. Emblematico è il caso di Bassano del Grappa dove, in vista delle elezioni, il Carroccio abbandona il proprio sindaco uscente, sostenuto da Fratelli d’Italia, per un proprio candidato, leghista al 100%. E’ forse un tentativo di mostrare i muscoli prima del banco di prova di giugno, le elezioni europee?
Calcio e Movida
Le prime pagine dei giornali hanno cercato di reagire alla mancanza di notizie seguendo due diverse piste.
La prima riguarda l’andata della finale di Coppa Italia (Serie C) tra Padova e Catania che ha visto trionfare il bianco scudati. Tuttavia, a interessare non è lo sport, ma le sue conseguenze di ordine pubblico. Infatti, al termine della partita, allo stadio prima e per le vie della città poi, si è aperto un vero e proprio conflitto tra le due tifoserie che ha portato molta polizia per le strade e diversi arresti tra i tifosi, soprattutto del Catania.
La seconda riguarda un tema noto a noi lettori e caro all’amministrazione comunale: la Movida. Come al solito al centro della questione sta la zona del Portello, da anni ormai trasformata in una cittadella universitaria, voluta tanto dal Comune quanto dalla stessa Università. Tra l’insofferenza dei residenti e il diritto dei ragazzi e delle ragazze di viversi come vogliono la gioventù, il tema viene sempre riproposto nella stessa salsa, quella del degrado. Tra le tante proposte, chiusura anticipata dei bar, ronde, controlli più intensi, provvedimenti sistematici, quella più interessante da una prospettiva di pubblica utilità sembra l’idea di introdurre dei bagni chimici nelle zone più “densamente degradate”.
Quel che non manca mai
Ciò che non manca però sono gli incidenti che coinvolgono i lavoratori. Ha riempito le prima pagine di sabato la notizia di una vasto incendio in un capannone che ha ferito almeno due operai. Più modesta è stata la tiratura di un’altra tragica notizia: la morte di un ragazzo in scooter mentre si dirigeva all’officina in cui da poco lavorava.
In attesa della siccità
In questi giorni è arrivata ufficialmente la primavera. Oltre alle varie attività ricreative all’aperto, come la Giornata internazionale del Tiramisù, una tre giorni di festa che si è svolta a Treviso in settimana, con la bella stagione inizia anche quel caldo che ci terrà in sospeso fino alla fine dell’estate e che, anno dopo anno, porta con sé un emergenza sempre più grave, quella della siccità. In relazione a ciò, è stata pubblicata un’inchiesta Istat in corrispondenza della giornata mondiale dell’Acqua, il 22 marzo. Il report mostra come nelle reti idriche venete vada persa circa metà dell’acqua potabile: dei 647 milioni di metri cubi erogati ne arrivano solamente 374.
Le altre notizie
Le notizie minori sono molte, richiesta dei sindaci del nord per modificare la riforma del codice stradale, diatribe sul tema linea del tram, un centro aerospaziale ad Abano, l’annuncio di nuovi enormi studentati, la solita (giusta) contestazione al libro di Vannacci, l’amico del generale, il consigliere regionale Valdegamberi che va in vacanza a Mosca e elogia le elezioni russe…
Una di queste riguarda l’assessora regionale all’istruzione, Elena Donazzan. Fortunatamente non riguarda nessuna delle sue curiose sviste nostalgiche, ma piuttosto l’annosa questione delle borse di studio. Sembra infatti che l’assessora di Fdi si sia finalmente resa conto che la mancanza delle borse di studio sia un problema per gli studenti e le studentesse, per quegli stessi che da un anno a questa parte denunciano la sua indifferenza e il continuo rimbalzo di responsabilità tra il comune, l’Università, la regione e il ministero. Sono 6000 gli studenti idonei senza borsa di studio e, di fronte a loro, l’assessora non può far altro che rimbalzare le responsabilità: “in maniera molto propagandistica un Governo, non questo, ha aumentato il valore delle borse e aumentato la platea degli aventi diritto, ma non ha fatto un buon servizio agli studenti, perché è evidente che in questo modo le risorse non bastano”.
Padova in Movimento
A consolarci però rimane il fatto che Padova sia una città in movimento. Durante, la settimana si sono svolti diversi presidi, sit-in o flashmob a favore della Palestina. La rivendicazione primaria è sempre la stessa: stop al genocidio. Ricordiamo quello avvenuto venerdì di fronte la sede dell’università nel quale si chiedeva la liberazione dei tre giovani palestinesi detenuti all’Aquila.
Sabato mattina, davanti al comune, si sono ritrovati gli inquilini, i sindacati e gli sportelli delle case popolari Ater. Il tema della casa resta una questione ancora totalmente aperta e che da qui a pochi mesi rischia di prendere una piega tragica. È infatti in corso un cambio contrattuale che prevede il mancato rinnovo e lo sfratto per gli inquilini con morosità, non solo inerenti l’affitto, ma anche le spese condominiali, sempre più alte, folli e insostenibili.
Chiudiamo la rassegna stampa ricordando la Trans Revolutionary March che ha illuminato le strade di Padova in occasione del Trans Day of Visibility.