Seize the Week è una rubrica che, a cadenza settimanale, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 9 al 15 giugno 2024.
Questa settimana gran parte dello spazio, sui mezzi d’informazione sia nazionali che locali, è stato occupato dall’analisi del voto alle elezioni europee dello scorso weekend. Il risultato nazionale è presto riassunto: FdI, il principale partito al governo, mantiene il suo primato (28%); il PD tiene (24%); la Lega è in forte calo (9%), così come il Movimento 5 stelle (10%); Forza Italia, data per spacciata dopo la morte di Berlusconi, è risorta dalle ceneri (9,6%) anche grazie a una campagna pubblicitaria che ha puntato tutto sulla rassicurante memoria del fondatore (e sembra che veramente un po’ di gente abbia scritto «Berlusconi» sulla scheda, come suggerito da Tajani prima del voto). Non sarà un caso se sul Gazzettino, a mo’ di ringraziamento, lo scorso mercoledì è comparsa una paginata a pagamento in cui i figli di Berlusconi ringraziano il loro «dolcissimo papà» per il miracolo compiuto.

Se questi risultati sono noti a chiunque, può essere forse non scontato vedere alcuni dati scorporati. A livello nazionale colpisce il voto degli studenti fuori sede: il 40% dei diciassettemila votanti si è espresso per Alleanza Verdi e Sinistra, il 25% per il PD e soltanto il 3% per il partito di governo, Fratelli d’Italia. Anche stando al voto degli italiani all’estero l’Italia dovrebbe essere governata da un’alleanza di centro-sinistra, magari tra PD (32%) e AVS (18%), mentre FdI si ferma al 20%. Vale però notare che, anche a causa delle difficoltà burocratiche, tra gli appartententi a queste categorie va a votare solo chi ci tiene davvero: l’affluenza è molto più scarsa rispetto al dato complessivo, comunque basso (49,7% circa).
Nella nostra regione, d’altro canto, le maggiori specificità riguardano FdI e la Lega. Il partito di Giorgia Meloni, in Veneto, totalizza dieci punti in più rispetto alla media nazionale (38%), staccando di molto tutti gli altri partiti concorrenti; in controtendenza solo alcuni dei centri più grossi, come i comuni di Padova e Venezia (PD in vantaggio) e Treviso (PD e FdI a testa a testa). Dalle nostre parti, poi, il partito di Matteo Salvini cala molto meno che altrove, restando con il suo 13% ben sopra Forza Italia (8,6%) e il Movimento 5 Stelle (4,8%). È chiaro però che, stante la percentuale di voti raccolta da FdI, il risultato di queste elezioni consacra la perdita di centralità della Lega di Salvini nella nostra regione, in favore di FdI e della sua leader Giorgia Meloni che oltretutto raccoglie un considerevole numero di preferenze.

L’esito del voto ha riacceso il dibattito sul futuro della presidenza della regione. Un ulteriore mandato per Zaia sembra difficile, nonostante in settimana sia emersa un’ipotesi, ripresa dal Mattino, secondo la quale per permettergli altri cinque anni di presidenza basterebbe cambiare una legge regionale. Nonostante le risse in Parlamento la partita dell’autonomia differenziata, su cui si è basato molto del consenso alla Lega nella nostra regione, sembra vinta, e sul tono generale del partito la linea «moderata» di Zaia non sembra essere stata premiata dalle preferenze all’interno della Lega, che hanno dato ragione, casomai, alla linea dura che ha portato alla candidatura di Vannacci.
Alle prossime elezioni regionali, in programma per il 2025, la presidenza toccherebbe dunque a Fratelli d’Italia. Come nome emerge nientemeno che quello di Elena Donazzan, che aveva espresso il desiderio di tornare a Palazzo Balbi nel ruolo apicale già al momento delle sue dichiarazioni d’addio alla Regione in vista della candidature europee (di cui avevamo dato conto nel Seize the Week dello scorso 7 aprile, elencando anche alcune delle passate prodezze dell’assessora). In attesa di verificare se veramente la destra esprimerà una candidata tanto impresentabile, stiamo a vedere innanzitutto chi prenderà il suo posto di assessore regionale all’istruzione, alla formazione, al lavoro e alle pari opportunità. E ci appuntiamo le nuove uscite dell’ex missina, che l’altro giorno si è detta preoccupata dei matrimoni misti tra cristiani e musulmani: potrebbero facilitare le infiltrazioni del terrorismo islamico in un contesto di preoccupante scristianizzazione della società.

Lasciando i commenti sul voto, e in chiusura di questo Seize the Week, vogliamo almeno accennare alla ripresa delle mobilitazioni degli studenti universitari padovani per il boicottaggio accademico di Israele in occasione della seduta del Senato accademico prevista per lo scorso martedì 11 giugno. Dopo che diverse altre università, a seguito delle proteste, hanno interrotto i propri rapporti con lo stato israeliano, la sera di lunedì Palazzo Bo è stato di nuovo occupato da un gruppo di student* e di attivist*, ed è stato deciso un presidio in occasione del senato accademico del giorno dopo a cui hanno aderito realtà come Giovani Palestinesi Veneto, Catai, Sindacato degli Studenti, Collettivo Spina. Al tentativo di impedire lo svolgimento della riunione a porte chiuse e di chiedere un confronto pubblico è stata opposto un intervento della polizia, entrata in tenuta antisommossa con il permesso della rettrice. Qui il comunicato degli studenti in lotta a seguito dei fatti avvenuti.
Le notizie riportate sono tratte da articoli pubblicati in quotidiani regionali e provinciali e altre testate, in particolare su Il Mattino di Padova, Il Corriere del Veneto, La Nuova di Venezia, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, Venezia Today tra il 9 e il 15 giugno 2024. Sono state consultate anche le fonti citate e linkate.