Seize the Week è una rubrica che, a cadenza settimanale, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 25 marzo al 6 aprile 2024.
In attesa di risposte
In un articolo di due settimane fa abbiamo raccontato le motivazioni dell’ultimo presidio dei comitati degli inquilini delle case Ater della città di Padova. A giugno molti contratti d’affitto scadranno, e Ater non ha intenzione di rinnovarli nel caso sussistano situazioni di morosità. Ma molti casi di morosità sono dovuti alla crescita insostenibile delle spese condominiali che si è registrata negli ultimi anni, anche a causa della malagestione di Ater.
Nei giorni successivi il comune di Padova ha pubblicato una nuova graduatoria per l’assegnazione di alloggi pubblici: le domande ammesse perché rispettavano i requisiti sono 1800, molte di più di quelle dell’anno scorso (circa 1350). Evidentemente in città cresce la povertà, e cresce la difficoltà di reperire case sul mercato privato; ma di tutti questi nuclei familiari pochissimi otterranno una casa popolare.
Per far fronte alla situazione, il Comune ha istituito un percorso denominato «Alleanza per la casa», diviso in tre tavoli che in questi giorni stanno iniziando i lavori. Il processo si articola su tre obiettivi (creazione di un’Agenzia sociale per l’abitare, creazione di un fondo di garanzia, mappatura e reperimento di alloggi liberi da affittare) e dovrebbe terminare in giugno; la sua gestione è stata appaltata a KCity, una società milanese specializzata in processi di innovazione urbana. Intanto, però, le famiglie che a giugno rischiano lo sfratto restano in attesa di risposte più immediate e concrete.
Nuovi soldi ai privati
Arriva nelle ultime settimane la notizia di un nuovo versamento di 2,5 milioni di euro da parte dell’ULSS euganea alla sanità privata convenzionata, per contribuire allo smaltimento delle liste di attesa delle prestazioni specialistiche. Ne abbiamo parlato altre volte su Seize the Week: insieme all’aumento dei fondi per pagare gli straordinari al personale medico, il trasferimento di pazienti al privato convenzionato è una delle soluzioni più spesso messe in campo per far fronte all’emergenza delle liste d’attesa in Veneto negli ultimi mesi.
L’insufficienza del personale sanitario nella nostra regione è forse ancora più evidente nell’ambito dei medici di base: ne parlavamo in un nostro articolo di un anno fa. Nel frattempo la situazione non si è risolta, e la carenza di medici di base si ripercuote sull’ambito ospedaliero. Secondo un report di Agenas uscito a fine marzo, la nostra è la regione italiana con il più alto numero di accessi in pronto soccorso con codice bianco: più del doppio della Lombardia, che pure ha più abitanti. Il fatto è che chi non ha un medico di base deve andare al pronto soccorso anche per un semplice certificato medico. Questo è quello che succede quando si smantella la rete sanitaria territoriale.
Rivoluzione nei servizi sociali
A causa di obblighi connessi al PNRR, dopo ventiquattro anni la regione Veneto si muove per recepire la legge 328/2000 che prevede l’istituzione degli Ambiti territoriali sociali di gestione dei servizi socio-assistenziali. Saranno enti che raccoglieranno tutti i lavoratori che si occupano di welfare (come i servizi sociali) a livello sovracomunale. Dovrebbe essere una riforma che contribuisce a garantire un’uniformità del servizio a livello territoriale, evitando che ogni comune si muova con modalità proprie; tuttavia, in fase di discussione in consiglio regionale, sono emerse diverse criticità – le principali: non si sa se le risorse stanziate saranno sufficienti per far funzionare bene i nuovi enti, ed è emersa la possibilità che il passaggio possa aprire la strada a ulteriori privatizzazioni dei servizi pubblici.
Non guardate là sotto
A Venezia ci si muove, in ritardo, per fare manutenzione alle paratoie del MOSE. Intanto ne è stata smontata una, e tirandola all’asciutto si è scoperto che è in uno stato pietoso: e non a causa della corrosione o dell’usura, ma proprio a causa della pessima qualità della costruzione. Un rapporto dell’Istituto italiano della saldatura parla di lavori malfatti e materiali non conformi, tanto da provocare una reazione piccata della ditta costruttrice. Il MOSE è costato circa 8 miliardi di euro, di cui molti persi nel sistema di corruzione emerso con l’indagine per tangenti e finanziamenti illeciti del 2014.
Fascismo e antifascismo istituzionale
Vicenza: torna la «clausola antifascista», cioè l’obbligo da parte di chi vuole chiedere in concessione uno spazio pubblico di firmare un documento in cui si dichiara di rispettare i principi della Costituzione tra cui il rifiuto del fascismo. L’aveva introdotta Variati nel 2018, ma l’amministrazione Rucco, con l’assessore Silvio Giovine, l’aveva rimossa. Il fatto ha dato luogo nel 2020 a una grande manifestazione, delle cui motivazioni abbiamo dato conto in un articolo di allora. L’attuale amministrazione PD ha reintrodotto la clausola, causando la reazione di Giovine, oggi deputato: «È tanto il dispiacere nel vedere Vicenza amministrata da chi nel 2024 ha le lancette dell’orologio ferme al dopoguerra», ha affermato. Per chi volesse approfondire il funzionamento di questa e altre modalità di legittimare il richiamo al fascismo nel Veneto di oggi, ecco il link a una nostra analisi del 2020.
Università e Israele
Il 10 aprile scade la possibilità, per gli atenei italiani, di partecipare a un bando del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la creazione di rapporti di collaborazione scientifica con le università israeliane. Dopo che le università di Torino e Pisa hanno rigettato il bando, anche grazie alla mobilitazione degli studenti, ora se ne sta discutendo anche a Padova. Non manca il coinvolgimento dell’assemblea permanente per la Palestina che ha tenuto un flash mob la mattina del 3 aprile presso la mensa Piovego in vista di una mobilitazione che si terrà martedì 9 aprile a Palazzo Bo in occasione di una seduta del Senato accademico. Tra i motivi per cui Unipd non dovrebbe partecipare al bando ci sono le evidenze che documentano il diretto sostegno da parte delle università israeliane alle Forze di Sicurezza impegnate nelle operazioni militari contro Gaza.
Nel frattempo il Mattino di Padova ha ospitato un articolo di commento sulle proteste universitarie a favore della Palestina a firma del prof. Vincenzo Milanesi, ex rettore del nostro ateneo. Sotto il titolo «Alle radici del germoglio antisemita» Milanesi sostiene che “nonostante i crimini di guerra di cui è responsabile il suo attuale governo di estrema destra egemonizzato dal fondamentalismo religioso, Israele esprime in pieno, proprio in quanto stato liberal-democratico, i valori fondamentali della civiltà occidentale”. Seize the time ha appena pubblicato la risposta dell’assemblea permanente per la Palestina all’intervento del professore, cercando di mettere in luce come i combattimenti in corso non rappresentino altro conflitto se non quello tra oppressi e oppressori.
Ciao, Elena
Tra i volti più longevi dell’attuale amministrazione veneta, Elena Donazzan – attualmente assessore all’istruzione, alla formazione, al lavoro e alle pari opportunità – è candidata alle Europee con Fratelli d’Italia. Se tutto va liscio, dunque, dopo il voto lascerà l’incarico in Regione per volare a un più alto livello, forte anche del sodalizio con Giorgia Meloni che le ha recentemente affidato un incarico importante nel partito. Mentre il Mattino ospita una commossa intervista di congedo, noi vogliamo ricordarla citando alcuni dei fatti di cui si è resa protagonista nel corso dei ventiquattro anni in cui ha fatto danni sul nostro territorio. La seguente lista non ha alcuna pretesa di completezza.
2011: Donazzan invita le scuole del Veneto a non conservare nelle biblioteche libri di «cattivi maestri» che avevano firmato l’appello a favore di Cesare Battisti.
2015: Donazzan, da assessore all’istruzione, in una circolare inviata in seguito alla strage nella redazione parigina di Charlie Hebdo, scrive che «è evidente che tutti i terroristi sono islamici».
2015: Donazzan attacca Cloe Bianco, professoressa transgender che si presenta in classe in abiti femminili; definisce il suo comportamento grave e squallido, e contribuisce a isolare la docente che verrà allontanata dall’insegnamento e si toglierà la vita nel 2022.
2020: Donazzan scrive su Facebook «Boia chi molla!».
2021: Donazzan canta Faccetta nera durante la trasmissione radiofonica La zanzara.
2022: Donazzan, di fronte alle accuse di molestie mosse ad alcuni alpini in occasione dell’adunata a Rimini, difende i militari dicendo: «Se uno mi fa un sorriso e mi fischia dietro io sono pure contenta!».
2023: Donazzan, da assessore all’istruzione, invia una lettera agli studenti per celebrare l’eroismo degli alpini nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943. Nella lettera si legge che «purtroppo» le truppe russe in quell’occasione sconfissero le divisioni dell’Asse.
2023: Donazzan, parlando al personale della Polizia penitenziaria all’esterno del carcere Due Palazzi di Padova, afferma che in carcere si ha a che fare con «la peggiore umanità».
Le notizie riportate sono tratte da articoli pubblicati in quotidiani regionali e provinciali e altre testate, in particolare su Il Mattino di Padova, Il Corriere del Veneto, La Nuova di Venezia, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, Venezia Today tra il 24 marzo e il 6 aprile 2024. Sono state consultate anche le fonti citate e linkate.