A Padova medici e specializzandi in sciopero
Nella giornata di oggi è stato indetto da parte del MeSPad (Associazione Medici Specializzandi di Padova) uno sciopero dei medici specializzandi dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
A scatenare la reazione degli specializzandi, già colpiti da una condizione di precarietà e poca tutela, sono state le parole del direttore dell’Azienda Ospedaliera Daniele Donato. Durante una videoconferenza, organizzata dalla Società italiana di chirurgia plastica e riguardante la gestione della Fase 2, il dott. Donato ha detto, riferendosi agli specializzandi: “Escono di casa hanno una vita sociale molto attiva. Sono questi i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell’ospedale creano maggiore pericolo”.
Per l’occasione, abbiamo deciso di intervistare tre specializzand* con l’obiettivo di aggiungere ulteriori elementi a un’iniziativa di tale importanza. Abbiamo deciso di riportare integralmente le parole de* specializzand* intervistat* come migliore testimonianza delle condizioni lavorative della classe medica odierna e futura. Emerge un quadro in cui il peso del disinvestimento strutturale sulla sanità pubblica ricade sulle nuove leve, con il beneplacito delle dirigenze mediche strutturate.
Come valuti le parole di Donato? Quali secondo te sono le condizioni che lo hanno spinto a uscire pubblicamente con una tale accusa?
Specializzanda 1: trovo le dichiarazioni del Dr. Donato superficiali e inesatte, perfetta testimonianza della bassa considerazione che il corpo strutturati ha degli specializzandi. Sicuramente c’è promiscuità negli ambienti dedicati agli specializzandi e alle specializzande ma questi sono gli spazi che ci sono stati garantiti. Anche io vorrei non cambiarmi nel vano tecnico non areato di 15mq con altri 20 colleghi, ma questo è lo spazio che mi è stato garantito. (Nota bene: prima mi cambiavo in corridoio DAVANTI ai pazienti.) Non credo che il Dr Donato sapesse che le sue parole potessero avere tanta risonanza, ma doveva immaginarlo e pesare con cura le sue affermazioni.
Specializzando 2: io credo che le parole di Donato si valutino da sole. Sia per la reazione che c’è stata mediaticamente sia per le distanze che sono state prese dalla maggior parte (ma non tutti) dei vertici universitari e ospedalieri. Ovviamente sono parole mostruose, pesano come un macigno, in un momento in cui oltre ad aver dato, come ormai facciamo da anni, sudore e sforzi alla causa del diritto e della tutela della salute, arrivano in un momento in cui noi abbiamo dato anche il sangue, la nostra stessa salute. Perché ci sono colleghi che si sono ammalati, e si sono ammalati facendo il loro lavoro, in area covid, in aree non Covid, per protezioni parziali, per protezioni spesso inefficaci e per gestione delle dinamiche di separazione di pazienti Covid e non-Covid non sempre precise. Io non so quali siano le condizioni nelle quali queste cose sono state dette perché mi sembra talmente assurdo che non trovo effettivamente una chiara causa, una giustificazione. Non so se si volesse giustificare, magari, un tasso di infezione tra i sanitari. Tasso di infezione che comunque risulta essere basso, perché – lo ricordiamo – sono 140 sanitari su 8000 totali e 36 specializzandi su oltre 1600. Sono dati che non hanno nemmeno un valore, perché non c’è stata ancora un’indagine ufficiale che abbia effettivamente approfondito questi dati. Noi la stiamo facendo e l’abbiamo chiesta. E vedremo appunto dove porterà, anche per tracciare i contagi stessi e la loro origine.
Specializzanda 3: in merito a quanto detto, in data 01.05.2020, da parte del Direttore Sanitario Dr. Donato, la categoria degli specializzandi si è subito espressa in modo unanime circa la gravità delle affermazioni rilasciate, ritenute offensive e diffamatorie.
Nella vostra comunicazione di sciopero denunciate le garanzie e le condizioni lavorative? Puoi dirci qualcosa in merito?
Specializzanda 1: da una discussione avuta ieri tra i rappresentanti dei vari reparti è uscita a maggioranza la decisione di scioperare. Sicuramente uno sciopero deciso nel giro di 12-24 ore non sarà organizzato perfettamente e penso che questo sia il motivo per la mancata adesione di alcuni. Con lo sciopero vengono denunciate la scarsa qualità delle condizioni lavorative anche, ma non solo, riguardanti le mancate precauzioni relative alla crisi Covid (responsabilità dell’azienda) e le falle relative al nostro percorso formativo, già fragilissimo prima della crisi Covid e per i quale continuiamo a pagare le tasse (responsabilità dell’università). Da quando sono specializzanda ho assistito a lezioni tenute dagli strutturati a nostro beneficio, e a circa 14 lezioni tenute dagli specializzandi come corso di accreditamento ECM per gli strutturati. Va comunque specificato che lo sciopero garantisce comunque le attività assistenziali essenziali (guardia e pronto soccorso) e che la sicurezza dei pazienti è stata quindi tenuta di conto.
Specializzando 2: sì, siamo usciti con un comunicato stampa ieri, come MeSPad, in cui mostriamo come il problema non sia esclusivamente legato alle parole del dottor Donato, che sono sicuramente forti. Esse sono state la scintilla che ha dato fuoco ad una paglia che si è seccata negli ultimi anni e che ora si è incendiata. Diciamo che il problema è molto più ampio e trae origine dal trattamento e dagli spazi che gli specializzandi ricevono, dal fatto che molto spesso e in molte specialità alcuni colleghi e alcune colleghe non sono tutelati e sono costretti a coprire servizi e aree che esulano la loro formazione perché entrano nell’ambito puramente lavorativo e non di formazione. Queste mansioni vanno ben oltre l’autonomia che gli è concessa dall’anno di corso che frequentano e dalla stessa formazione a cui sono soggetti. Diciamo che il problema principale è quello della tutela e della garanzia della sicurezza dove lavoriamo. Non è solamente per i dpi (dispositivi di protezione individuale) che in moltissime specialità sono arrivati tardivamente o non sono nemmeno arrivati, ma è anche per un discorso di gestione di quei casi che si sono ammalati, se verranno riconosciuti come INAIL oppure no, di tracciamento dei contagi e di spazi e presidi che non abbiamo (spazi per cambiarci, spazi per mangiare…).
Come stai vivendo lo sciopero? Come si sta reagendo collettivamente allo sciopero? Che aria tira tra i colleghi e le colleghe? E con i superiori?
Specializzanda 1: personalmente molto male. Sono fiera di scioperare e se non fossimo in tempi di pandemia avrei voluto manifestare alle porte dell’ospedale. Non so come si stiano comportando negli altri reparti, so di molte e molti che hanno lasciato soltanto uno o due specializzandi di guardia e iniziano a presentarsi i problemi più banali: gli strutturati non sanno gestire la burocrazia che noi facciamo per loro tutti i giorni; il ricovero, il consenso, l’atto operatorio sono tutte procedure (molte a stretto contatto col paziente) che loro non conoscono. Nel mio reparto c’è molto ostruzionismo. C’è stato detto che gli strutturati, su indicazione del direttore, hanno stilato una lista di chi non si è presentato al lavoro questa mattina; anche fra quelli che erano segnati come “disponibile a casa/recupero ore”. Non siamo stati interpellati sulla nostra adesione o meno allo sciopero e siamo finiti automaticamente su questa lista nera. I nostri rappresentanti sono tutti andati a lavorare – anche chi era segnato a casa in “recupero ore” –, dichiarandosi personalmente contrari allo sciopero e quindi tralasciando la loro posizione di rappresentanza. Molti specializzandi e molte specializzande subiscono una forte pressione dal direttore in persona, che ha fatto intendere che i suoi più stretti collaboratori non avrebbero dovuto scioperare per non andare in contro a ripercussioni. Onestamente la condizione lavorativa è già così scarsa che non penso possano peggiorarmi la vita. Io non ho paura. Sono molto delusa da alcuni colleghi, alcuni amici che hanno lottato al mio fianco contro quello che nel nostro reparto è sentito come un regime, e che invece oggi hanno deciso di non esporsi e di mollare la presa. Sfortunatamente non ci saranno più occasioni come questa per protestare, quindi il treno andava preso ORA.
Specializzando 2: è una situazione molto conflittuale. Lo sciopero da parte nostra non è stato preso alla leggera, anzi, è stata sicuramente una scelta molto sofferta perché sappiamo che in questo modo scopriamo un nervo che, anche se deve essere scoperto, provocherà dolore anche nella popolazione, in quegli strutturati che ora lavorano e in quei servizi che noi garantiamo. È quindi una scelta di grosso conflitto personale, sia mio individuale che di tanti colleghi che ovviamente non restano a casa con piacere. Quello che facciamo l’abbiamo sempre fatto con forte senso del dovere e con piacere, ma siamo arrivati veramente ad un punto di non ritorno dopo il quale non si può reggere ulteriormente il peso degli insulti e del trattamento che riceviamo ormai da anni e che si è acuito negli ultimi giorni. Come specializzandi abbiamo avuto una buonissima risonanza, stiamo vedendo che molti colleghi si sono messi in prima linea con noi per scioperare e che c’è un ottimo senso di compattezza e di condivisione. Per quanto riguarda i superiori, i casi sono tanti, abbiamo trovato tanto supporto da parte di alcuni direttori e da parte di alcuni strutturati, altri sono rimasti più nel dubbio, senza prendere posizione e c’è una parte, come si è visto da quello che è uscito sul Mattino di Padova, che si è invece manifestata contraria a qualunque tipo di sciopero.
Specializzanda 3: oggi, l’adesione allo sciopero è stata importante, in particolare hanno aderito 30 scuole di Specialità (su 46) e di queste si sono astenuti dall’attività lavorativa il 71% degli specializzandi (pari a 734 medici). Sono stati comunque garantiti i servizi di guardie e coperti totalmente i Reparti Covid. In un momento così delicato per la storia della Sanità Italiana è però paradossale che non vi sia coesione proprio all’interno della stessa.
Ancora più grave è che l’accusa sia stata rilasciata proprio da parte di chi riveste un ruolo di dirigenza verso chi invece presta quotidianamente servizio nei reparti. Tale gesto, a mio parere, è esemplificativo della attuale distanza tra dirigenza e realtà ospedaliera, la prima gestisce un’Azienda, la seconda offre un Servizio.
Sai di altri posti in Veneto nel quale lo sciopero si sta allargando? Secondo te lo sciopero sta avendo il successo che ti aspetti a livello regionale e nazionale?
Specializzanda 1: alcuni specializzandi e alcune specializzande di Padova dislocati all’ospedale Ca’ Foncello stanno scioperando con il pieno supporto dei primari dei reparti di Padova e Treviso. So anche di espressioni di solidarietà dal Sant’Antonio e da Camposanpiero e Perugia. Sui social media si sente il supporto dei colleghi anche a distanza.
Specializzando 2: molti specializzandi sono fuori, Mestre o Treviso tanto per citarne alcuni, e stanno effettivamente scioperando anche loro perché rientrano a tutti gli effetti sotto l’Università di Padova; sono colleghi che come me ruotano periodicamente in altri ospedali. Siamo in contatto con colleghi dell’Università di Verona. Oggi probabilmente usciranno con un comunicato di supporto alla nostra causa; non c’è ancora uno sciopero ma sono pronti a darci supporto. Anche fuori: siamo in contatto con specializzandi da Torino, da Roma e da Milano. Abbiamo trovato una grandissima adesione da parte di colleghi che come noi sono stanchi dei trattamenti ricevuti e dello sfruttamento a cui sono continuamente sottoposti.
Quali saranno i prossimi passi se le vostre rivendicazioni se non verranno accolte?
Specializzanda 1: non so cosa succederà a fine giornata, non so come ci si comporterà domani. Sento di volermi unire al corpo specializzandi che sceglie lo sciopero, anche se dovesse comportare prendere le distanze dai miei colleghi di reparto e se questo potesse avere pesanti ripercussioni da parte dei miei strutturati.
Specializzando 2: i prossimi passi sono ancora molto incerti. Chiediamo di aprire un tavolo di lavoro permanente e duraturo per sanare le mancanze accumulatesi degli ultimi anni e acutizzatesi con l’emergenza sanitaria. Ovviamente siamo consci delle gravi difficoltà alle quali esponiamo i colleghi che dovranno garantire i turni d’emergenza. Sono stati però proprio loro a garantirci sostegno nella lotta. Se non dovessero esserci risposte e non si dovesse arrivare a un accordo, siamo disposti ad allargare lo sciopero a partire da domani. Ricordiamo che le risposte non saranno sufficienti. Vogliamo le scuse ufficiali del Dr. Donato e l’apertura di un’indagine riguardante la sua condotta e le sue affermazioni. Non è possibile che un direttore sanitario divenga protagonista della diffusione di vere e proprie fake news. Per avvalorare le nostre rivendicazioni, aspettiamo quindi il tracciamento definitivo del focolaio epidemiologico tra le specializzande e gli specializzandi
Specializzanda 3: oggi vi sarà una tavola rotonda tra i direttori universitari dell’Osservatorio della formazione specialistica post Lauream e i Rappresentanti degli Specializzandi. Quest’ultimi chiedono scuse ufficiali, apertura di un tavolo di confronto con la Direzione Aziendale in merito alla gestione e alla tutela dei medici in formazione durante l’emergenza Covid e l’apertura di una indagine ufficiale sulla positività tra gli operatori. Nel caso in cui non si trovasse un punto di incontro, lo sciopero potrebbe proseguire.
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