Le notizie della settimana
Seize the Week è una rubrica che, a cadenza regolare, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 24 aprile al 30 aprile 2023.
Scontri interni: il bue dà del cornuto all’asino
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con le dichiarazioni di Elena Donazzan, l’assessora all’Istruzione della regione Veneto. In preparazione al 25 aprile aveva definito l’antifascismo un «concetto ideologico e antistorico», causa del terrorismo rosso. Persino la Lega ha riconosciuto l’entità dell’uscita di Donazzan e, pochi giorni fa, si è esposta in merito. Ad intervenire è stato il compagno di banco Alberto Stefani, commissario generale del partito di Salvini, dicendosi estremamente perplesso. «La Lega è da sempre antifascista, anticomunista e contro ogni forma di dittatura. E qualsiasi forma di dittatura andrebbe consegnata ai libri di storia»: la risolve così, con un certo pressapochismo e qualche leggerissima sbavatura. E individua nell’antifascismo un «denominatore comune» che lega tutte le forze politiche, anche di destra. Presentandosi pronto al festeggiamento della Festa della Liberazione – e a quella di San Marco, che domande! – conclude disconoscendo ogni legame della Lega con il fascismo. Un ultimo consiglio per i colleghi, Donazzan inclusa: fare più attenzione a “certe dichiarazioni che possono essere equivocate o interpretate in maniera scorretta”. Alla fine dei conti sembrerebbe, dunque, un problema di interpretazione, di sovrasenso. Le solite schiere di criticoni pronti ad additare anche le affermazioni più sbadate, ingenue.
Sì al 25 aprile, ma con la scorta
La manifestazione a Vicenza per la Festa della Liberazione è il battesimo di Donazzan, la prima a cui partecipa. Per combattere il consueto timore della prima volta si porta la scorta, dichiarandosi «intimorita dalle bandiere» e temendo lo scontro. Dice infatti che «le bandiere rosse vogliono portare la festa da una parte». Non manca però di dare prova della sua «parte» in un diverbio con una ragazza dell’Anpi che le porge una copia della Costituzione, consigliandole di ripassarla. Anche in tale sede Donazzan torna a dire che la parola antifascismo lì non c’è.
E mentre queste parole riecheggiano, non stupisce allora che il Mis (Movimento Italia Sociale) inauguri la propria sede lo stesso 25 aprile, a pochi metri dalla manifestazione.
Tra rincari delle bollette e nuovi finanziamenti: la spesa della sanità
Ci eravamo lasciati richiamando nuovamente il problema della sanità pubblica, sempre più colpita da interventi di smantellamento a favore del settore privato. Di questa settimana è la notizia dei 130 milioni di euro da pagare per gli ospedali veneti, a fronte degli enormi rincari dell’energia. Un aumento delle bollette del 59, 33%. Ad essere più colpiti sono l’Istituto oncologico veneto con sede a Padova e Castelfranco con aumenti delle bollette del 188,4 %. Sono costi che pesano come macigni su un sistema già costretto a fare i conti con un personale ridotto fino all’osso e una lunga coda di prestazioni da smaltire.
Mentre ci si ingegna su come rimpinguare le casse della sanità, continua la pianificazione logistica del nuovo polo dell’ospedale di Padova. Le prossime mosse saranno lo svuotamento delle degenze dal Giustinianeo, la parte storica dell’ospedale, l’implementazione dei reparti di neurochirurgia, di pediatria e il nuovo progetto per il Pronto Soccorso, ampliando la sala d’attesa da 54 posti a 114.
Il grande polo intermodale. Un aeroporto senza emissioni di Co2 e combustibili fossili
Proseguendo con i grandi progetti di ampliamento veneti non possiamo evitare di citare quello riguardante l’aeroporto di Venezia. Nel 2011 Save – la società che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia – aveva lanciato la sfida del «polo intermodale», una modalità di movimentazione delle merci che combina due o più mezzi di trasporto. Si puntava a portare l’alta velocità ferroviaria all’aeroporto Marco Polo. A 12 anni di distanza viene presentato un piano molto più ampio, che guarda al 2037 prevedendo oltre 2 miliardi di investimenti. Ne ha parlato Enrico Marchi, presidente della società, a Palazzo Balbi nella giornata del 26 aprile, davanti al presidente Zaia. L’obiettivo è di arrivare alla quota di 20,8 milioni di passeggeri con un movimento aereo al minuto. Non può certo mancare l’attenzione alla tanto discussa sostenibilità dell’azione. Il presidente assicura che entro il 2030 le emissioni di Co2 si azzereranno, come l’impiego di combustibili fossili. E fa eco l’entusiasta Zaia: «un piano di crescita ambizioso e moderno».
Al contempo inizia il confronto con istituzioni e cittadini. Cesare Rossi, del comitato dei cittadini di Tessera, e Michele Boato, presidente del Forum per Mestre, scrivono una nota in cui accusano Marchi di non aver formulato un vero e proprio progetto ambientale. Le soluzioni citate nel progetto sarebbero, infatti, «lampadine a led, raccolta differenziata, autoproduzione elettrica, risparmio di acqua potabile, pannelli solari ovunque». «Amenità» che non contemplano l’impatto sulla vita dei cittadini che risiedono intorno all’aeroporto.
Veneto: terra di cantieri (non a norma)
Il Veneto investe, dunque, sui cantieri ma non sulla sicurezza. Sono 270 i cantieri edili trovati non a norma dallo Spisal (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro) di Padova, il 30% del totale. Nel periodo 2020-2022 sono stati 16 gli infortuni morali sul lavoro. Il rapporto viene presentato nella sede dell’Usl 6 questo venerdì, in vista della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Il peggior settore è quello agricolo in cui un’azienda su tre non è a norma: su 191 aziende agricole controllate 65 sono state segnalate. Le carenze maggiori riguardano macchine, impianti, attrezzatura di lavoro. I trattori non a norma, in particolare, sono la principale causa di infortuni gravi e mortali.
Sul rapporto dello Spisal si espone Dario Verdicchio, segretario confederale della Cgil, che cerca di individuarne le cause. Ne cita diverse, tra cui la dimensione delle imprese padovane, perlopiù medie e piccole, con poca cultura della sicurezza. A ciò si aggiunge il solito sistema dell’appalto e del subappalto, con riduzione del margine di profitto delle imprese e conseguente risparmio sul costo del lavoro. A farne le spese è in primis la sicurezza. E si cita anche il famoso Bonus 110%, definito come una «buona occasione per dare vita a imprese non strutturate».
Zaia nega i corridoi faunistici per gli orsi
Chiudiamo la rassegna come l’avevamo conclusa qualche settimana fa. Parlavamo del caso dell’orso di Caldes coinvolto nella morte di Andrea Papi, il ragazzo ventiseienne che l’aveva accidentalmente incontrato sul cammino. Su questo Seize the Time ha scritto un articolo, che tenta di svelare i molteplici significati dietro all’episodio.
Dalla storia di Andrea si è compresa la necessità di discutere del contenimento degli orsi. Negli ultimi giorni è stata elaborata l’ipotesi di un corridoio faunistico che vada dal Trentino alle Alpi venete, in modo da trasferire alcuni esemplari. È la proposta di una task force riunitasi a Roma per discutere dell’andamento del progetto “Life ursus” per la ripopolazione delle Alpi centrali con gli esemplari dalla Slovenia. A questa richiesta il presidente Zaia oppone un fermo no, negando ogni collaborazione e liberandosi del problema.
D’altra parte le sorti dell’orso coinvolto, ribattezzato Ji4, sembrano già segnate. Giovedì sera il presidente del Trentino-Alto Adige Maurizio Fugatti ha firmato un nuovo decreto di abbattimento. È un punto sul quale non accenna ad arretrare, nonostante a dirsi contrari all’uccisione siano non solo le associazioni ambientaliste ma anche gli stessi genitori del ragazzo. In questo processo di reintroduzione, dunque, l’orso oscilla da un immaginario incontaminato ad uno bestiale. Un paradosso per cui l’animale è ben gradito fino a che non si comporta come tale.