Spezzate le catene! Rivisitazioni musicali del 1917 in terra russa
Per le strade, nelle piazze, sulle barricate di Pietrogrado e della Krasnaja Presnja moscovita, tanto nel 1905 quanto nel 1917, tra l’inverno e l’autunno sconvolgenti che, a prescindere dalle infinite interpretazioni, riletture e mistificazioni successive, hanno davvero cambiato per sempre il mondo, si cantava. A squarciagola. E le marce di operai e soldati, i requiem per i defunti, gli inni attraverso cui la nuova Russia modellava la propria identità, spesso guardando a un contesto (letteralmente) internazionale, erano scanditi da suoni e parole: da melodie e rime che affondano le loro radici nelle variegate colonne sonore del socialismo europeo ottocentesco, ma anche nel folklore contadino russo, ed erano state lasciate in eredità da decenni di sommosse fallite e deportazioni.
Alcuni di questi di pezzi hanno fatto il giro del mondo, alla pari dell’esperienza del 1917; altri sono caduti nel dimenticatoio; altri ancora, nonostante la difficile gestazione della memoria delle Rivoluzioni d’inizio secolo a Mosca e dintorni, sono stati riarrangiati da svariati collettivi musicali russi, con un piglio ora elettronico, ora rock, ora blues, ora addirittura black metal. Il nostro podcast resistente torna dunque, dopo una lunga pausa, per un ottimo motivo e per una ricorrenza di non poco conto: ascolteremo infatti alcune delle ultime rivisitazioni russe di musiche cantate 104 anni esatti fa (perché la Rivoluzione d’Ottobre, causa una nota asincronia dell’epoca zarista, prese il via per l’appunto il 7 novembre).
Либо танцуют все, либо никто!
Immagine di apertura: Manifestazione del febbraio 1917 disegnata da un bambino (dall’archivio del Museo statale russo di storia). La scritta sullo striscione recita: “Viva la Russia libera!”.
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