Tempo di fantasmi. Memoria e innovazione in Bob Dylan
Nel corso della sua carriera, che dura ormai da sessant’anni, Bob Dylan ha spesso recitato la parte del medium. Ha aperto cioè le porte della coscienza agli spettri: quelli lunghi e sgualciti che vagano sul delta del Mississippi, tra vecchi bluesman ciechi e voci incise, tra i crepitii del proibizionismo e della Grande Depressione, su dimenticati 78 giri. Come ogni medium che si rispetti, però, Dylan non rievoca questi fantasmi da fuori, con la fredda acribia del filologo; li incarna invece e li vive, con la propria voce, portandoli a confronto con la rivoluzione sonora proclamata da Beatles e Rolling Stones. Zigzagando tra l’uno e l’altro polo, tra la memoria americana e l’acida innovazione dell’English Invasion, questo podcast prova a raccontarvi il viaggio di Robert Zimmerman attraverso la musica popolare del Novecento.
O bailan todos o no baila nadie.
Immagine d’apertura: Dylan al Big Pink durante le registrazioni di The Basement Tapes.