Stasera alle 21 Vicenza scende di nuovo in piazza. Ad aver suscitato movimento è stata l’approvazione del nuovo regolamento per l’applicazione del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP). Il precedente modello prevedeva che solo chi si fosse dichiarato apertamente antifascista avrebbe potuto occupare il suolo pubblico. Dal 9 giugno 2020, però, le carte in tavola sono cambiate: il consiglio comunale ha eliminato la clausola antifascista sostituendola con un più generico “rifiuto di tutti i totalitarismi”.
Come riporta Francesco Pavin, referente del Centro Sociale Bocciodromo, la questione COSAP non è che la punta dell’iceberg e già prima delle elezioni erano emerse delle simpatie inquietanti tra l’attuale amministrazione comunale e la destra radicale: l’attuale sindaco, Francesco Rucco, era sostenuto da diversi esponenti di destra, tra i quali compare anche la lista “Vicenza ai Vicentini”, co-fondata da Forza Nuova. In aggiunta, un dossier, reso pubblico prima delle ultime elezioni, nel quale veniva messo in luce come una quindicina di candidati nella lista di Rucco esprimessero pubblicamente sui social frasi che inneggiavano al fascismo e al nazismo con insulti xenofobi, omofobi ed antisemiti. È dunque chiaro: la maggioranza al comune continua ad ammiccare alle realtà neofasciste. La rimozione della suddetta clausola non è altro che la formalizzazione e l’istituzionalizzazione di tale alleanza.
Durante i festeggiamenti per la festa della Liberazione, al primo piano della sede dell’associazione Caracol Olol Jackson era stato appeso uno striscione che riportava la scritta “Ieri partigiani, oggi antifascisti”: un caso che sia stato incendiato nottetempo due giorni dopo l’approvazione del nuovo regolamento COSAP? Un caso che sia stata incisa una croce celtica sulla porta di accesso alla struttura? Come ci ricorda Pavin, un’amministrazione che porta avanti questo tipo di ideologia maldestramente mascherata crea un clima favorevole per far sentire i gruppi di estrema destra legittimati ad agire, a uscire allo scoperto e a smettere di nascondersi.
Ed è dunque questo il momento propizio per far sentire distintamente la voce della comunità. Per ricordare all’amministrazione non solo che togliere la clausola antifascista è un insulto alla città che amministra (decorata con la medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza), ma anche che le politiche adottate finora dalla Giunta di Rucco – pensiamo agli sgomberi, alla politica del decoro che sanziona i senza fissa dimora e, non in ultimo, alla collusione con gli ambienti neofascisti – non sono ammissibili.
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