Editoriale
Seize The Time è un progetto di controinformazione in Veneto che si è fermato per un anno. Uno degli ultimi articoli che abbiamo pubblicato è, significativamente, un pezzo molto personale che parlava del Veneto, la terra nella quale siamo nati, cresciuti o dalla quale siamo stati adottati, a partire dallo strappo che il suicidio dello scrittore vicentino Vitaliano Trevisan aveva in qualche modo reso manifesto.
Nella esperienza dei due anni di attività di STT, due anni di pandemia, di tantissime riunioni online e in presenza, di alcune presentazioni, ma soprattutto di articoli, glossari, rassegne, podcast, video e foto, ci siamo più volte scontrati con le difficoltà che fare informazione politica comporta.
Abbiamo scritto molto, cercando di situare il nostro sguardo diversamente rispetto all’informazione ufficiale, affinando una postura critica che tenesse traccia delle cose senza lasciarle cadere, amando quello che facevamo anche e soprattutto quando raccontavamo cose che ci facevano incazzare. Abbiamo scritto di crisi della sanità in Veneto, dell’industrializzazione a Marghera, di foibe, di consumo di suolo e cementificazione, di nuovi femminismi, di turismo e salute mentale, di manifestazioni e presidi. Abbiamo cercato di non appiattirci sulla cronaca ma di mettere sempre al centro di ciascun articolo un’idea, una proposta di interpretazione, una spinta a capire e a cambiare.
Le vite prendono spesso strade impreviste e alcune delle persone che facevano parte della redazione non hanno più potuto partecipare al progetto; molti e molte sono stati assorbiti da altri impegni. Il tempo che, nel corso del 2022, siamo riusciti a sottrarre al lavoro e allo studio è stato troppo poco per continuare a fare bene ciò che avevamo fatto fino ad ora. Qui entra in gioco la redazione di Figure.
Figure è stato un progetto collettivo e una rivista cartacea che, dal 2016 al 2021, ha affrontato alcuni temi (creatività, immediatezza, differenza, solidarietà) all’interno di numeri monografici con un occhio all’immaginario e un altro al presente attorno a noi.
I membri del progetto considerano conclusa questa esperienza, che ha detto ciò che aveva da dire: nasceva infatti in un momento in cui lo smascheramento dell’ideologia del presente attraverso le retoriche aveva carattere di necessità; si conclude in anni nei quali la conflittualità del nostro tempo è esplicita, sotto gli occhi di tutti.
La stessa forma cartacea del progetto è stata all’origine di alcuni interrogativi: la parola stampata, che si muove e si diffonde attraverso uno scambio e un incontro tra teste e vite, risponde alle esigenze del presente? È possibile tessere dei fili con l’esterno attraverso questa forma? Come diffondere una rivista senza strutture di distribuzione?
Queste e tante altre domande sono state l’anima delle ultime riunioni. Il dubbio dell’autoreferenzialità della forma-rivista le attraversava, assieme alla voglia di studiare e approfondire le figure che scandiscono il nostro mondo in modo più strettamente connesso con il nostro tempo. Esaurito il progetto, ma non la spinta che teneva assieme il gruppo che lo animava, si è così deciso di confluire in questo spazio.
Seize The Time ci è mancato molto e speriamo sia mancato anche a voi. Dopo tre mesi di riunioni preparatorie siamo pronti a ripartire con chi vorrà seguirci, da lontano o da vicino. Per scrivere di lavoro, ambiente, genere, diritto alla casa e molto altro. Per aprire un dibattito o più di uno. Come abbiamo sempre fatto ma con nuovi strumenti e nuovi compagni per afferrare il tempo insieme. Non vediamo l’ora. L’ora è già qui.
