Seize the Week è una rubrica che, a cadenza settimanale, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dall’15 al 21 aprile 2024.
VINITALY E PASSERELLE ISTITUZIONALI
La settimana si è aperta con l’inaugurazione del Vinitaly e la carrellata di buona parte del governo. Da Tajani (Esteri) a Lollobrigida (Agricoltura), da Valditara (Istruzione) a Santanché (Turismo), da Zangrillo (Pubblica amministrazione) alla stessa premier Meloni, la cui partecipazione sembrava per un attimo essere ostacolata dall’attacco iraniano ad Israele di domenica scorsa. Sebbene il Salone internazionale dei vini sia stato spesso la passerella ideale per alcuni ministri, il Salone non ne aveva mai registrato un numero così elevato. Attenzione verso il territorio o semplice strategia in vista delle europee?
UN BRINDISI ALLA PACE
Ma il Vinitaly è anche l’occasione perfetta per la fioritura di polemiche. Quest’anno i protagonisti sono stati Tajani e Zaia che si sono scontrati a distanza sul tema dell’autonomia differenziata. Un commento del ministro degli Esteri sul DDL Calderoli (che verrà discusso alla Camera il 29 aprile) non è stato gradito al governatore del Veneto, uno dei primi e più convinti promotori del progetto. Il leader di Forza Itala, chiamato a commentare il disegno di legge, ha detto che il suo partito «vigilerà» sul provvedimento (la dose è stata poi rincarata, alcune ore dopo, da Flavio Tosi, segretario regionale del partito di Tajani) . Affermazioni che hanno talmente infastidito Zaia da produrre non solo una sua risposta piccata («l’autonomia è di tutti, non c’è una parte politica che vuole scappare con la refurtiva»), ma anche azioni dirette nei confronti dei consiglieri regionali di Forza Italia, cacciati dalla maggioranza (tra cui lo stesso Tosi). Più che nervosismo, tuttavia, sembra che la mossa di Zaia sia un calcolo politico determinato per isolare Forza Italia all’interno della giunta regionale. Strategie che non sembrano toccare l’elettorato veneto, ma anzi solo fidelizzarlo a questo presidente di regione che non perde occasione per dimostrarsi come un innocuo e simpatico paciere: pronto a regalare bandiere con il leone di San Marco (proprio a Tajani, 24 ore prima dell’epurazione dei consiglieri di Forza Italia), a stappare bottiglie di prosecco in nome della «pace».
VENETO X’È STUPENDO
Ma si sa: il Vinitaly per Zaia è una delle tante passerelle in cui poter non solo celebrare i successi dell’economia vinicola veneta («Il Veneto rappresenta la prima regione in Italia per produzione di vino, con 11 milioni di ettolitri su un dato nazionale di circa 56 milioni, ma soprattutto copre il 36% dell’export nazionale»), ma anche per rafforzare la sua immagine di governatore umile, primo fra i pari, disposto a scherzare “alla maniera veneta”. Quest’anno l’occasione gli è stata offerta, allo stand del Veneto, dal deejay vicentino Luciano Gaggia, autore di una cover della canzone “Roma-Bangkok”, rinominata “Veneto x’è stupendo”. Riportiamo qui alcuni versi:
Orgoglioso de essere veneto ah ah ah ah
adesso basta no sta rompare i maroni
questa xe a tera de me pare e dei me noni
ghe xo cresudo e no vago via
vivo nel posto più beo che ghe sia
va in Himalaya che mi vago su a Cortina.
[…]
Veneto xe stupendo
Veneto fino in fondo
Veneto xe el me mondo
lontano gnanca un secondo
A mi no me intaressa Milano e gnanca Hongkong
cosaa vuto che vaga a Londra, a Roma, a Bangkok
Cossa ghe xe?
VENETO X’È STUPENDO?
Tuttavia, più che essere “stupendo”, il Veneto sembra oggi essere un terreno di fortissima sperimentazione. Lo abbiamo visto, ad esempio, con il caso Fincantieri, che continua ad essere nominata dai quotidiani locali per le sue eccellenze (venerdì c’è stata la consegna a Marghera dell’ultimo fiore all’occhiello dell’azienda, la nave Queen Anne), dimentichi che quella stessa azienda ha poggiato buona parte della sua fortuna sullo sfruttamento di centinaia di operai. Ma lo si vede anche con i nuovi tentativi di sperimentazione abitativa, proposti dal comune di Padova, attraverso la coabitazione di “coinquilini non coetanei”, ossia di studenti fuori sede n cerca di una camera a prezzi sostenibili e di anziani che cercano di combattere la solitudine, aprendo le loro case a questi studenti ad un prezzo vantaggioso. La sperimentazione è partita quest’anno ed è stata celebrata sia dal delegato alle Politiche giovanili, Pietro Bean, sia dalla assessora alle Politiche abitative Francesca Benciolini che, senza troppa vergogna, ha affermato che «dai momenti di crisi nascono grandi opportunità». Da parte nostra, il tentativo di risolvere una crisi abitativa attraverso stupide romanticizzazioni è il segnale di amministratori locali che, al posto di porre soluzioni strutturali a problemi gravi (quante case sfitte ci sono a Padova? Quanto costa per le famiglie ricoverare un proprio anziano parente in un Centro anziani?), sfruttano la crisi per trovare fatiscenti soluzioni innovative (quanto praticabili?). Riportiamo le cose come stanno: coabitare con una persona anziana è, prima di essere un’opportunità di arricchimento personale (come dice Benciolini), il frutto di politiche abitative inadeguate sia a livello locale che a livello regionale.
E, parlando di regione, non può mancare l’ennesimo scandalo che coinvolge Zaia e la sua assessora Elena Donazzan. Quest’ultima, sempre particolarmente attenta a ricordare la tragedia delle foibe e l’onorata campagna di Russia, sembra non prestare particolare attenzione al diritto allo studio (che dovrebbe, idealmente, salvaguardare). Anche quest’anno sono quasi cinquemila gli studenti che risultano idonei, ma non beneficiari di una borsa di studio, dato che i finanziamenti non stanno arrivando dalla regione, come denuncia la rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli. Ma si sa, certe volte, anche le denunce più giuste possono cadere nel vuoto, come quelle degli studenti che nell’ultima settimana hanno deciso di occupare un’aula del palazzo Bo per affrontare un’altra questione. Lo sa bene la stessa Mapelli che ha deciso ancora una volta di ignorarne le richieste, ossia quella di boicottare uno Stato, Israele, complice di un genocidio in atto sulla striscia di Gaza e un’azienda, Eni, che su quel genocidio è pronta a lucrare.
Ma si sa, Eni non lucra solo sui genocidi, ma anche sulla pelle degli abitanti di questo “stupendo Veneto”. È notizia di pochi giorni fa che il progetto di Eni (o meglio, dell’affiliata Eni Rewind) di costruire un inceneritore di fanghi a Fusina non abbia superato il parere dell’Istituto superiore di sanità. Il progetto presentato da Eni in Regione sembra infatti sia ignori alcune recenti normative sulle valutazioni dei rischi ambientali e sanitari, oltre a essere – secondo l’ISS – «parziale» e «non idoneo» ai fini della tutela della salute dei cittadini.
Veneto xe stupendo
Veneto fino in fondo
Veneto xe el me mondo
lontano gnanca un secondo