Le notizie della settimana
Seize the Week è una rubrica che, a cadenza regolare, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 5 all’11 febbraio 2023.
PURTROPPO… ANCHE QUEST’ANNO È ARRIVATO IL GIORNO DEL RICORDO
Quest’anno in cui la destra governa il paese i fascisti in abiti casual della nostra regione ruotano intorno a un avverbio: purtroppo.
Purtroppo, ci dice Elena Donazzan, i russi a Nikolaevka hanno sconfitto gli alpini. Non ci dice che gli alpini, traditi lungo il Don, torneranno a casa tanto tanto incazzati e in molti confluiranno nelle bande partigiane o finiranno nei lager tedeschi.
Viene presentata in Consiglio Regionale una mozione per vietare l’intitolazione toponomastica a chi ha commesso crimini contro l’umanità. Cioè il Maresciallo Tito. (Purtroppo non ci sono strade dedicate a Tito in Veneto). Purtroppo, il PD per una volta ha un’alzata di genio e dice che approverà, ma in una mozione propone che sia allargato il divieto agli esponenti del Partito Nazionale Fascista. La destra, presa in contropiede, farfuglia. Solo il rappresentante dell’Alabama di Albettone Joe Formaggio, di cui riconosciamo la coerenza, vota contro.
A livello nazionale si parla da anni di togliere a Tito l’onorificenza concessagli dalla Repubblica Italiana nel 1969. Ancora una volta, purtroppo, il Maresciallo Tito è morto, e non si può togliergliela.
STUDIA A PADOVA, DORMI AL DOLO, POI SCAPPA VIA CHE LA PAGA FA SCHIFO. NUMERI VENETI
Numerosi dati usciti in questa settimana sulla situazione regionale. Fondazione Nordest pubblica un bilancio sui saldi migratori dal quale emerge che, nel decennio 2011-2020. Circa 40.000 giovani veneti sono emigrati all’estero in cerca di condizioni di vita migliori, di cui un quarto laureato. Nel frattempo l’immigrazione non basta a tenere il saldo demografico in pari, per cui in regione la popolazione diminuisce e invecchia.
L’Università di Padova conclude invece il proprio ottocentesimo anno accademico in bellezza: 10000 studenti in più in una manciata d’anni, e il 10% delle nuove matricole straniere. Che non abbia idea di dove mettere a dormire tutta questa gente non è un problema suo. Neanche del Comune. Neanche dell’ESU. Neanche della regione. Basta che paghino.
Nel frattempo le aziende venete attraverso Confindustria dichiarano che nei prossimi 3 anni serviranno fra 500 e 600.000 lavoratori in regione per lo sviluppo della green economy. Signore, perdonali perché non sanno quello che dicono o non hanno studiato la Matematica.
LAVORO
Lo stabilimento della Safilo di Longarone è in mobilitazione per la difesa dei 472 impiegati. L’8 febbraio uno sciopero e una grande manifestazione unisce lavoratori e delegazioni dalle altre sedi venete dell’azienda e da altre grandi fabbriche venete, sindacati, preti, sindaci, vescovo. I delegati vanno anche a San Remo per provare a far sentire la propria voce.
L’amministratore delegato Angelo Trocchia aveva annunciato che lo stabilimento era da considerarsi non più strategico, nonostante i sacrifici, in termini numerici, di 4 anni fa. La fabbrica è stata costruita anche con i soldi del Vajont; in merito alle prospettive di spostamento della produzione all’estero, riferita al governo e alla regione si esprime Denise Casanova, segretaria CGIL Belluno: “”Se siamo in un momento in cui le parole d’ordine sono Dio, patria e famiglia la patria dov’è? Dov’è il salvataggio del made in Italy che stiamo perdendo? Lasciamo che le multinazionali facciano ciò che vogliono? Aspettiamo con pazienza una legge sulle delocalizzazioni”.
Il 22.2 incontro in Regione, dove il tavolo (purtroppo) sarà presieduto ancora una volta da Elena Donazzan.
AUTARCHIA DELLE SCOASSE: OCIO AI MOVIMENTI NELLE MULTIUTILITIES
Attenzione ai movimenti nelle multiutilities in Veneto.
Hera annuncia lauti dividendi per il 2022, superiori alle attese (mai sentito parlare di extraprofitti?): 5,8 milioni andranno al Comune di Padova. Nel comunicato l’azienda parla di un piano di investimento da 960 milioni nel Nordest, di cui 40 provenienti dal PNRR. Ci chiediamo se questa ondata di soldi contempla anche la rivalutazione del progetto sulla quarta linea dell’inceneritore.
Nel frattempo, proprio mentre l’8 febbraio Hera annuncia la partnership sempre più stretta con Ascopiave, quest’ultima il 9.2 annuncia di voler uscire da Estenergy (controllata della stessa Hera) vendendone progressivamente le quote, di investire anche loro i circa 900 milioni di ricavato sul territorio, e di aprire un dialogo con AGSM (la multiutilities di Verona che, nel 2020, si è fusa con la vicentina AIM).
Si profila un colosso veneto in concorrenza con l’emiliana Hera?
ACQUE
In Veneto l’acqua è poca e ‘a papera nun galleggia. Battibecco fra Padova e Verona sulla gestione dei flussi provenienti dalla Val d’Adige: da una parte ci sono le necessità dell’agricoltura nel territorio scaligero, dall’altra le problematiche (igienico-sanitarie, economiche, ma anche di smaltimento dei rifiuti – l’inceneritore senza acqua non funziona) che insorgeranno nelle città senz’acqua. Nel frattempo si prova a ricaricare le falde infiltrandole a monte nel periodo di scarso uso agricolo, cercando di tamponare il problema. Ci riserviamo, come Seizethetime, di affrontare a breve l’argomento.
Con 200 milioni del PNRR si prevede di realizzare un’idrovia navigabile che unisca il lago di Garda all’Adriatico. Non è ben chiaro a cosa potrà servire, probabilmente a creare un’altra attrattiva turistica in regione.
Nel frattempo, certi della sensazionalità della notizia, alcuni quotidiani ci comunicano che 14126 nutrie sono state uccise nel veronese durante il 2022; al primo posto si classifica il Comune di Castagnaro, con 2640 uccisioni, capitale nazionale dei cacciatori di castoridi.
PARONI VENETI
A Varsavia si terrà, il 15 e il 16 febbraio, un forum internazionale patrocinato dal governo di Kiev per la ricostruzione. Dietro modesti pagamenti (220 euro al metroquadro per gli stand, 500 euro per partecipare al summit con i ministri ucraini, 3-7000 euro per essere ammessi alla piattaforma) gli imprenditori avranno la possibilità di inserirsi nel business della ricostruzione, valutato in 1200 miliardi. C’è posto per tutti, naturalmente, la guerra ha fatto un ottimo lavoro; ma chi prima arriva meglio alloggia. Una buona fetta delle aziende italiane sarà del Nordest.
Nel frattempo si guarda al rinnovo del vertice della Confindustria nazionale, lavorando per una candidatura veneta a viale dell’Astronomia. Le votazioni avranno luogo l’anno prossimo, ma le attenzioni si stanno concentrando intanto su Enrico Carraro (Padova) e Barbara Beltrame Giacomello (Vicenza), espressione dell’industria pesante regionale. Vedremo.
Emergono infine sulla stampa gli affari di Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di centro, con i russi. Dopo la conquista della Crimea nel 2014, l’esponente della destra cattolica decide di mediare con Sargis Mirzakhanian, parlamentare russo il cui computer è stato violato da hacker ucraini, per introdurre il modello italico di gioco d’azzardo, illegale in Russia, nella penisola, facendone una sorta di porto franco. Per la sezione cultura si segnala anche che Valdegamberi, per i tipi di Edizioni03, lo scorso anno ha pubblicato un libro, Le origini del linguaggio.
Le notizie riportate sono tratte da articoli pubblicati in quotidiani regionali e provinciali, da Il Gazzettino, Il manifesto, collettiva.it, il Mattino di Napoli, il Mattino di Padova, il Corriere del veneto, l’Arena di Verona, informatrieste.it, il Giornale di Vicenza nella settimana tra il 5 e l’11 febbraio 2023