Seize the Week è una rubrica che, a cadenza settimanale, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 21 Novembre 2020 al 28 Novembre 2020.
Cronaca
Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, un uomo di 40 anni, Jennati Abdefettah, ha ucciso la moglie a Cadoneghe. L’omicida era già stato denunciato per comportamento violento dalla moglie, Aycha El Abioui, che però aveva poi ritrattato. La coppia aveva tre figli che ora sono affidati ai servizi sociali, con l’intermediazione della console del Marocco.
Carlo Boffi, ex prefetto di Venezia, è stato condannato a 20 giorni per violazione di segreto d’ufficio, nell’ambito della gestione del centro per l’accoglienza dei migranti di Cona. Boffi aveva infatti inviato una mail alla Edeco – società che gestiva la struttura – avvisandola dell’imminente visita di un rappresentante dell’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Assoluzione invece per i reati di falsa testimonianza e falso in atto pubblico. Nel 2017 il centro di Cona era stato una polveriera per la questione migranti; i vertici della Edeco sono tralaltro accusati a vario titolo di frode in pubbliche forniture e truffa aggravata, per un profitto di circa 204mila euro.
Varie decine di studentesse dell’Università di Padova sono state molestate online nel corso della settimana scorsa. Tutto parte dai gruppi Whatsapp dei corsi universitari, che non nascondono i numeri telefonici dei membri. Attraverso questi canali, il molestatore – “Filippo” è il nome con cui si presenta – ha inviato messaggi e richieste a moltissime ragazze; non solo a Padova, ma anche a Verona, a Trento, a Ferrara. Casi simili si sono verificati a Milano, Firenze, Roma e Napoli.
A Mestre, in seguito alla comunione negata per un ragazzo gay di sedici anni, nasce una nuova associazione Lgbt, “Siamo tutti figli di Dio”, fondata dai genitori del ragazzo. La famiglia coinvolta, che preferisce restare anonima, aveva già subito intimidazioni. L’associazione, costituita da genitori cattolici, si occupa di promuovere il dialogo e l’accettazione verso i figli: «Questi ragazzi nascono così, con un’affettività diversa, e se il Signore li ha creati in questo modo perché dobbiamo discriminarli?». L’associazione veneta ha già ottenuto di essere ricevuta dal Papa, dal patriarca di Venezia e dal vescovo di Treviso.
Covid-19
Le proposte di Zaia sui veterinari si stanno avverando? Dopo lo scalpore suscitato dalle dichiarazioni di Luca Zaia sulla possibilità per i veterinari di fare il tampone alla popolazione, qualcuno ha giustamente agito di conseguenza. Ad Arzignano due persone si sono presentate per fare il tampone, con l’impegnativa del medico in mano, al canile “Il rifugio del cane”. Ignari o troppo fiduciosi per le novità del presidente della regione? I due sono stati indirizzati alla palestra del liceo Da Vinci, dove ha sede – per ora – il punto prelievi attrezzato per i tamponi.
A Creazzo (VI), un gruppo di pensionati ha utilizzato un gazebo di parco Doria per allestire un ambiente chiuso adatto per le partite a carte – non potendo più accedere al centro anziani lì vicino. Ignorando i vari dpcm, i giocatori hanno allestito il gazebo ricoprendolo di teli di plastica, con tanto di ingresso, per potersi incontrare al riparo da occhi indiscreti e dalle intemperie. L’espediente è durato pochi giorni e poi è stato smantellato dalle autorità del comune.
Lavoro
In alcune aziende agricole delle province di Verona, Vicenza e Padova, decine di braccianti e operai marocchini venivano impiegati, anche in nero, per turni di lavoro fino a 12 ore, a fronte di paghe irrisorie. Sono arrivate tre misure di custodia cautelare nei confronti di tre cittadini, due uomini e una donna, per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori. I due uomini si occupavano di reclutare la manodopera e la donna gestiva il lavoro contabile, consentendo alla cooperativa di evadere gli oneri contributivi da versare a favore dei dipendenti. Per eludere i controlli di polizia, i lavoratori venivano talvolta alloggiati per la notte in sistemazioni precarie, prive di ogni servizio, in attesa di essere accompagnati la mattina presto nelle aziende agricole, dove avrebbero prestato servizio fino a tarda sera e sotto stretta sorveglianza.