Seize the Week è una rubrica che, a cadenza regolare, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dall’11 dicembre al 17 dicembre 2023.
AMBIENTE
Il Canal Grande verde per un giorno non bilancia il verde che stiamo, coscientemente, consumando.
5 Attivisti di Extinction Rebellion si sono meritati il foglio di via per 4 anni, 3 invece il Daspo urbano per 48 ore, in 28 denunciati per il blitz che ha tinto di verde il Canal Grande, avvenuto in contemporanea in altre città d’Italia. In tre, imbragati, si sono calati dal ponte di Rialto. La polizia locale e la Digos li ha interrogati per 6 ore.
Extinction Rebellion commenta l’iniquinità del provvedimento applicato. a due studentesse iscritte a Ca’ Foscari per l’intrinseca impossibilità di imporre il foglio di via a chi ha un legame pregresso con la città, nonché il fermo di un turista e di persone che stavano semplicemente volantinando o filmando l’accaduto.
Studenti accusati di reati gravissimi, che secondo il provvedimento applicato, si qualificano come “soggetti pericolosi” per la sicurezza e l’ordine pubblico In tale modo, attraverso l’espulsione senza processo, si viola il loro diritto costituzionale alla manifestazione del proprio pensiero, grazie alla definizione dei manifestanti come ecoterroristi.
Gli eco terroristi sarebbero altri. Il Veneto ancora una volta guadagna la maglia nera per consumo di suolo con un aumento del +0,4%, invece che l’auspicata diminuzione, rispetto ai 17 obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Anche l’efficienza idrica lascia a desiderare. Ma se ci tingono il Canal Grande di verde…
CHI DICE DONNA
Ci sarà una Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, ha annunciato il padre a Che tempo che fa e dopo aver raccontato anche delle minacce ricevute da lui in prima persona e dalla figlia Elena sul web. Nel frattempo è stata confermata la Laurea alla memoria e si valuta anche la sospensione da parte dell’Università di Padova della carriera universitaria di Filippo Turetta, con il quale potrebbe venire meno la garanzia del diritto allo studio ai detenuti da parte della stessa Università, avendo ucciso una delle sue studentesse. Ovviamente questo provvedimento non elimina la possibilità, se lo desiderasse, di iscriversi in un altro ateneo.
Aumentano le denunce di violenza in Veneto e con essi gli allontanamenti dalla famiglia e dalle abitazioni. Aumentano quindi anche gli interventi da parte delle forze dell’ordine ora che i Carabinieri hanno scoperto che esiste la violenza di genere. Molte di queste violenze, maltrattamenti, atti persecutori andavano avanti da anni.
L’Arma invita quindi le donne a denunciare, a forzare la propria reticenza, come se ancora una volta, la colpa di questo fenomeno sommerso, fosse delle vittime che la subiscono.
Nel frattempo l’USL 6 Euganea diffonde un documento sul linguaggio inclusivo e non discriminatorio nei confronti del genere femminile. Ottimo modo per lavarsi la coscienza in un luogo in cui le donne sono più del 75 per cento, ma le posizioni apicali sono tutte maschili.
PACE
Quello che i giornali locali chiamano “tafferugli tra polizia e manifestanti” in seguito alla richiesta presa di posizione in favore del cessate il fuoco in Palestina avanzata dagli studenti dell’assemblea del polo Beato Pellegrino, è un altro modo di dire: polizia che carica alle spalle gli studenti che tentavano di accedere al Bo durante il Senato Accademico.
La preoccupazione per l’inasprimento del conflitto espressa dagli studenti sembra non toccare minimamente le alte sfere. Il tutto, all’interno di un Ateneo che vanta un corso di laurea specifico dedicato ai diritti umani è piuttosto ridicolo, soprattutto in seguito all’allarme lanciato dal segretario ONU Gutierrez l’8 dicembre volto a fermare la catastrofe umanitaria in atto.
Il cordone delle forze dell’ordine non è stato forzato a differenza di quanto racconta Il Mattino: come testimoniano diversi video gli attivisti sono stati attaccati da dietro e non è stato “un breve contatto di una decina di secondi durante i quali gli agenti si sono protetti con gli scudi”.
Risultato della seduta del Senato Accademico è stato l’annuncio di solidarietà a tutte le popolazioni colpite dalle guerre. Questa non è una presa di posizione e se non arriva davanti a questo massacro sotto gli occhi del mondo, temiamo che non arriverà mai.
BOB il distruggi-tutto
Il buon senso non può trionfare. Dopo che avevamo tutti tirato un sospiro di sollievo per l’eliminazione dell’ennesima trovata consuma suolo e soldi pubblici che fa contenti pochissimi ecco il dietrofront: anche Zaia si dice fiducioso che la pista di bob a Cortina si farà. Con soli 100 milioni! E, come ha affermato il doge “è un monumento dello sport per noi IRRINUNCIABILE”. Anche la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti ha dichiarato la sua volontà di evitare che “Cortina sia scippata di ciò che ha conquistato”.
Quale migliore annuncio nella settimana dell’anniversario dei 40 anni di Natale a Cortina! Anche se cafonate così sarebbero state troppo anche per il più orrendo dei cinepanettoni.
C’è un motivo se è un format che è esistito solo in Italia. Come la pista di bob, vogliamo che sia una cosa solo nostra, nazionale, anzi veneta fregandocene dell’ambiente e della montagna, ormai immaginata alla stregua di un gigantesco cartellone pubblicitario, una Times Square innevata, come ha dimostrato la proiezione notturna avvenuta qualche giorno fa dello squalo, logo di una ben nota azienda, sulle Cinque Torri.
ZAIA, zar di tutte le pianure padane
Si discute di terzo mandato, con l’opposizione di Forza Italia con cui le tensioni sono sempre più evidenti (a partire anche dal dissing con Tajani su Milano Cortina e le gare di bob in Piemonte) e che afferma che Zaia voglia rimanere in carica a vita. Tajani auspica una sana alternanza, Salvini invece critica la diminuzione della possibilità di scelta dei cittadini, rinsaldando il suo legame con il presidente della regione.
Appoggia l’iniziativa invece il sindaco di Padova, Giordani che afferma che “anche se il centrosinistra è la sua casa” il suo compito è mediare. Non si capisce in che senso intenda questo verbo, se per Giordani mediare significa appoggiare il governatore antagonista perfetto ai valori che dovrebbe rappresentare il partito a cui appartiene e che assomiglia sempre di più ad una caricatura di se stesso. Il PD si dissocia dalle affermazioni del sindaco, ma tant’è. Intanto Lorenzoni si stupisce che il suo sindaco non sappia distinguere il conservatorismo leghista dal “dinamico mondo democratico”…
Ci tocca ascoltare Flavio Tosi, che dà lezioni sull’incoerenza di Zaia, a favore del tetto dei mandati per gli assessori ma a sfavore quando tocca la sua poltrona.
Chiudiamo questa rassegna ricordando due figure lontanissime che sono venute a mancare questa settimana, Toni Negri, filosofo e intellettuale comunista, leader di Potere operaio prima e dell’Autonomia operaia poi, nonché il più giovane docente ordinario di Scienze Politiche che l’Università di Padova abbia avuto, morto 90enne a Parigi, e Ameyaw Frank, 25enne ghanese che, dopo essere sfuggito dalla fame e dai conflitti del suo paese natale e allo sfruttamento sul lavoro nella nostra regione è venuto a mancare forse per un malore, forse per il freddo, cadendo nelle acque del canale dell’Isola Memmia di Prato della Valle, dove è stato recuperato il suo cadavere.
Alla signora che pare abbia commentato “meglio così” rispondiamo con il pugno chiuso, dedicandolo a entrambe queste morti.
Le notizie riportate sono tratte da articoli pubblicati in quotidiani regionali e provinciali e altre testate, in particolare su Il Mattino di Padova. Tutto è stato pubblicato nella settimana tra 11 dicembre e il 17 dicembre 2023.