Seize the week -16-23 aprile
Seize the Week è una rubrica che, a cadenza settimanale, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 17 al 22 aprile 2023.
Cinque delinquenti di Ultima generazione e cinque raffinati degustatori di vino
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con la notizia di dodici attivisti veneti di Ultima generazione, indagati a seguito delle proteste contro la crisi climatica ed ecologica . Cinque di loro ora rischiano un processo di associazione per delinquere per deturpamento dei beni culturali, interruzione di pubblico servizio e ostacolo alla libera circolazione.
Mascalzoni e villani!
Tutto il contrario degli onesti frequentatori del Vinitaly che si è tenuto a Verona a inizio aprile. Nell’ultima settimana il collettivo «Jet dei ricchi» ha scoperto che cinque di loro sono stati liberissimi di circolare nei loro jet privati anche per coprire tratte brevissime, lasciando dietro una scia di tonnellate di emissioni di CO2. Alcuni partivano da Brescia (mezz’ora in treno), altri da Venezia (un’ora in treno), altri da Milano. A colpire maggiormente è però il caso di un jet Falcon arrivato da Perugia che ha passato il resto della giornata orbitando sopra Verona, forse confuso da una dose eccessiva di Amarone. Risultato? Circa 5,5 tonnellate di CO2 in un giorno, quasi quanto una persona ne produce in un anno.
Tutto è sfruttabile, anche il cambiamento climatico.
Ma, si sa, il Veneto può ricavare l’oro anche dal cambiamento climatico. O almeno questa è la linea ottimista della fondazione Think Tank Nordest che saluta con favore i 305 giorni di sole del 2022 e gli altrettanti previsti per il 2023. Non importa che i fiumi siano secchi, che l’agricoltura sia in ginocchio, che importanti risorse idriche nelle falde e nei bacini mancheranno già da quest’anno (tanto che la Regione sta tentando di completare in fretta e in furia l’interconnessione tra la centrale di Ponte Molo in Provincia di Rovigo e il Savec, un’opera che dovrebbe garantire la potabilizzazione dell’acqua senza ricorrere al prelievo del Po). Ciò che conta sono i giorni di sole e caldo a disposizione dei vacanzieri che potranno così godersi una stagione estiva prolungata, da marzo a ottobre. E allora, invece di lamentarci e assumere posture apocalittiche, dobbiamo fare solo una cosa, secondo l’analisi della fondazione Think Tank Nordest: cambiare la campagna di comunicazione delle spiagge venete e promettere ai turisti una lunga, interminabile, straordinaria, stagione estiva in Veneto.
Turismo e spopolamento: la strategia di Ocio a Venezia
Eppure questa strategia di «turistizzazione» del Veneto, proposta per anni come la panacea di tutti i mali, non sembra portare grandi frutti, anzi. Lo sa bene Ocio, l’Osservatorio civico sulla casa e sulla residenza a Venezia, che ha deciso simbolicamente di collocare in campo Santa Margherita «un contatore dei posti letto dell’offerta ricettiva». L’obiettivo pratico è quello di contare quanti posti letto siano riservati ai turisti a Venezia e confrontarlo con quello dei residenti in città. Per ora siamo a 48 mila turisti, contro 49.560 residenti; quello finale e profondo è mostrare quanto la ricettività turistica e lo spopolamento della città siano due fenomeni intrinsecamente collegati. Il problema della vivibilità della vita a Venezia sembra ormai essere un problema ignorato solo dal suo sindaco: mentre esplodono autobus sul ponte per arrivare in città, Brugnaro si dispera per la sua la mission: quella di costruire un’arena polisportiva in parte con i soldi del Pnrr. La richiesta di un finanziamento di 94 milioni è tuttavia a forte rischio di bocciatura da parte della Commissione europea. In tutto questo, non stupisce che dal 2001 in avanti a lasciare Venezia siano stati circa 30mila giovani.
Intanto fioriscono le cliniche private…
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con un’altra notizia importante: la manifestazione, organizzata dal Coordinamento Veneto a tutela della Sanità pubblica (Covesap), contro lo smantellamento della Sanità pubblica in Veneto. Le notizie di questa settimana ci ricordano ancora di più l’importanza di manifestare per la salute pubblica, soprattutto a fronte di una narrazione che continua a rappresentare il settore pubblico come inefficiente e il privato come soluzione a tutti i problemi. È di questa settimana la notizia che, a Treviso, i tempi di attesa per un semplice esame del sangue sono all’incirca di venti giorni e che molti, per ovviare al problema, stiano scegliendo la soluzione privata. Non stupisce allora che, negli ultimi anni, si registri una crescita record di cliniche e laboratori privati anche a fronte del progressivo smantellamento del welfare che sta avvenendo a livello regionale e nazionale.
…. e diminuiscono i bambini.
Ma la sanità non è l’unico settore in cui si registra una crescita del privato. Il Veneto ha anche un problema con gli asili nido, dal momento che gli asili nido e i servizi della prima infanzia riescono a coprire solo il 31,1% della domanda. Ciò significa che, ancora oggi, molte donne sono costrette a sacrificare il lavoro per rimanere a casa con i figli.
La mancanza di una rete assistenziale di cura solida, assieme alla progressiva precarizzazione delle vite lavorative degli ultimi anni, ha come conseguenza l’aumento del tasso di denatalità, un problema che nelle ultime settimane sta diventando centrale anche per le ricadute sociali che potrebbe avere nel prossimo futuro. Un fenomeno che, assieme alla crescita dell’aspettativa di vita, porterà in pochi anni ad un collasso del sistema pensionistico a causa del progressivo squilibrio tra numero di lavoratori e di pensionati.
Verso il 25 aprile con Donazzan
Concludiamo questo nostro appuntamento settimanale, osservando le reazioni della politica nostrana al prossimo 25 aprile. Dopo l’esternazione del Presidente del Senato La Russa sulla Costituzione, non potevano mancare le dichiarazioni dell’assessora all’Istruzione della regione, Elena Donazzan, da tempo impegnata nella sua personale opera di revisionismo. In un’intervista al Gazzettino, l’assessora regionale di Fratelli d’Italia ha dichiarato che parteciperà alla manifestazione del 25 aprile, ma non ha mancato di proporre una sua personalissima rivisitazione dell’antifascismo e della storia d’Italia, giudicando l’antifascismo come un disvalore e un «concetto ideologico e antistorico» che «ha prodotto il terrorismo rosso giunto fino ai giorni nostri».
Da parte nostra, non possiamo che augurare a tutte e tutti voi un buon 25 aprile, ideologico e antistorico, come non piace a Elena Donazzan. Quindi, buon 25 aprile antifascista!