Seize the Week è una rubrica che riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 29 ottobre 2020 al 12 novembre 2020.
Politica
Venezia: una manifestazione di lavoratori e rappresentanti del commercio ha avuto luogo la mattina di Martedì 3 novembre, davanti a Ca’ Farsetti, sede del Comune. Presenti anche «molti contestatori negazionisti» che hanno sventolato in aria le mascherine al grido: “libertà, libertà”.
Altra manifestazione, di diverso segno, è stata quella che si è svolta a Verona il 7 Novembre su iniziativa della Rete Studenti Medi. La protesta era indirizzata alla chiusura delle scuole, ed era volta ad evidenziare come la didattica a distanza sia solo un reagente che ha fatto emergere le criticità di cui il sistema scolastico soffre da anni.
Animali come noi: L’annuncio del governatore del Veneto Luca Zaia di far intervenire i 2450 veterinari veneti per eseguire i tamponi ha destato grande scalpore e molte risate. Non tanto per l’idea in sé (più simile in realtà all’ennesima sparata per far parlare di sé che ad una reale proposta) ma per la confusione zoologica del governatore che mette insieme pesci, volatili e mammiferi in un unico calderone, improvvisandosi esperto di vertebre e salto tra le specie. E per fortuna che questo virus doveva renderci tutti più umani…
Cattivo vicinato. Bocciata dalla Corte Costituzionale la legge regionale n. 34 del 2019, che si proponeva l’obiettivo di promuovere e regolare il cosiddetto «controllo di vicinato». La motivazione: spetta soltanto allo Stato e non alle Regioni legiferare in materia di «sicurezza primaria», ovvero l’attività di prevenzione e repressione dei reati.
Fascismo a Padova: a seguito della manifestazione di estrema destra dello scorso 28 Ottobre, a cui abbiamo accennato qui su Seize the Week, il Mattino esce con un’analisi della composizione politica della piazza: «Il movimento ingloba tutti i gruppi neofascisti ma ridisegna il proprio perimetro. Ci sono Forza Nuova, Casa Pound, La Rete (i secessionisti di Forza Nuova) e Juventude Padova ma su tutti comanda Educazione Padovana, gruppo nato dalla curva del Calcio Padova, che vede come unico leader indiscusso Gianluca Locicero». Locicero, ricordiamo, è il titolare del negozio Intercity Firm e bar Green Street di via Dante.
Fascismo a Schio: denunciati per apologia di fascismo (e non, come inzialmente ipotizzato, per violazione della legge Mancino) i diciassette militanti di estrema destra che fecero il saluto romano in occasione della commemorazione dell’Eccidio di Schio nel Luglio 2019.
Lavoro
Un operaio morto in fonderia a Marcon schiacciato da un manufatto di ferro alle 12.45 del 4 novembre. Non c’è nemmeno tempo di piangere l’ennesima morte bianca che nel pomeriggio di giovedì 5 un camionista, dipendente di una cooperativa che collabora con l’azienda Bartolini, è stato investito e ucciso da un tir in manovra a Padova. Tre settimane prima, il 14 ottobre un operaio in un cantiere a Padova era stato travolto dl fango di una buca, incrementando la lunga lista di incidenti mortali sul lavoro. Quando diremo basta all’incubo della dicotomia tra lavoro e non solo salute ma vera e propria salvezza?
Sfruttamento e mafia nel Bellunese. Garda Costruzioni srl, i cui operai installavano cavi della telefonia nella galleria della statale d’Alemagna, tra Belluno e Cortina d’Ampezzo all’altezza della piccola frazione di Termine di Cadore, è stata colpita da interdittiva antimafia dalla Prefettura di Mantova dove ha sede. Secondo gli inquirenti, molte tracce riconducano la ditta mantovana nell’orbita della clan Iannazzo di Lamezia Terme; ma quel che è peggio, l’impresa – come altre realtà coinvolte nelle infrastrutture legate ai prossimi Mondiali di Cortina – utilizza degli escamotage per far lavorare i propri dipendenti in condizioni di salario molto basso e scarsissime garanzie.
Solidarietà (mancata)
Artista di Sacca Fisola torna a casa dopo le terapie e trova la porta murata: è sfratto. I comitati denunciano che in questa fase gli sfratti sono bloccati, a maggior ragione in una casa popolare come quella in cui viveva l’uomo. Ma carriola, mattoni e cemento non conoscono pietà e (forse nemmeno le norme).
Cose che in Veneto non succedono
Traffico illecito di rifiuti, maxi operazione in Veneto, 300 persone denunciate. Perquisizioni e sequestri a Boara Pisani (Padova), Loria (Treviso), Breda di Piave (Treviso), Agna (Padova) e Occhiobello (Rovigo). Una vera e propria rete è venuta a galla: 300 persone dovranno rispondere di traffico illecito di rifiuti e gestione illecita di rifiuti. Le indagini a cura dell’antimafia erano state avviate nel 2016 a partire da un capannone ad Albignasego che era stato trasformato in una vera e propria discarica abusiva. I numeri: 1500 tonnellate di rifiuti e un illecito di oltre 500.000 euro.
Dopo il sequestro di un capannone a San Massimo, ci si rende conto che la Mafia è radicata nel veronese da molti anni, la ‘ndrangheta da circa 30 anni. Temi d’attualità? Il riciclaggio, l’usura, il racket, l’attività corruttiva. I settori più a rischio? L’agricoltura, lo smaltimento di rifiuti (non si direbbe), l’edilizia e il turismo. Ma i tempi di Covid lasciano presagire la possibilità di ulteriori e fiorenti sviluppi.
Basaglia tradito. Anche tu Venezia mia?
Un manifesto vecchio di trent’anni con una foto di Basaglia è stato trovato nella spazzatura davanti a Palazzo Boldù, storica sede del centro di salute mentale di Venezia. Un gesto simbolico che testimonia l’impotenza di fronte ad una rivoluzione costantemente tradita. Il Movimento per la difesa della sanità pubblica di Venezia ha recuperato la foto e altri cimeli dell’epoca, cogliendo l’occasione per denunciare il pessimo stato in cui versa la cura della salute mentale a Venezia, peggiorato anche a causa dell’epidemia. La carenza di personale impedisce di garantire un servizio dignitoso ed è ancora più grave che accada proprio in un luogo che rappresentava un esempio e uno spazio aperto per la città. Quanti fondi sono destinati alla salute mentale? Il 2,8%, quando il tetto regionale è del 5%…
Violenza e discriminazione
Chaka Ouattara, ragazzo maliano, richiedente asilo, 23 anni, si è ucciso in carcere a Verona. Era detenuto per essere stato «uno degli istigatori» della rivolta della Caserma Serena dello scorso giugno. Accusato di saccheggio, sequestro, devastazione, era stato messo in isolamento.
Revenge porn: un ragazzo di 21 anni è finito a processo per aver conosciuto una ragazza di 13 anni di Vicenza e aver ottenuto da lei foto pornografiche, minacciando poi di pubblicarle senza il suo consenso. Affine la vicenda di una studentessa di 17 anni, della zona di Arzignano, il cui fidanzato ha condiviso sue foto intime in una chat fra amici.
Longarone: un uomo di 54 anni è stato condannato per aver abusato della moglie e maltrattato i figli dal 2011 al 2013.
Liceo Tito Livio di Padova: il preside della scuola inizialmente rifiuta di prendere in considerazione la richiesta di Luca, candidato alle elezioni studentesche, di poter far scrivere il proprio nome d’elezione nei manifesti elettorali o almeno di limitarsi al cognome. Ma Luca fa parte del Coordinamento Studenti Medi, parte un presidio davanti alla scuola e la notizia arriva alla stampa nazionale. Con esiti positivi: “Il preside si è scusato con me. Mi ha detto che è stata una disattenzione momentanea e che il comitato elettorale valuterà di ristampare le schede con l’iniziale del nome anagrafico e il cognome”, riferisce Luca.
Ambiente
Ex fabbrica di patatine “Stagni” in fiamme nell’area industriale di Vescovana. Mobilitati i pompieri di Padova e Rovigo e l’Arpav per i rilievi ambientali. Si teme l’origine dolosa e, essendo il capannone dismesso da oltre dieci, non si è certi di che cosa potesse contenere a parte delle balle di stracci.
A Casale di Scodosia sono stati rinvenuti 1000 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Posto sotto sequestro un capannone e denunciate 5 persone. Il blitz dei carabinieri, originato da una segnalazione anonima sul degrado in cui versava l’area, ha potuto riscontrare al momento dell’accesso 40 big bags ricolmi di rifiuti plastici pronti per essere caricati in dei container e spediti a paesi terzi. Nessuna documentazione comprovava la provenienza dei rifiuti, qualificati come carta nella documentazione doganale ed evidentemente di natura plastica. Arpav procederà agli accertamenti.
Parco del Basso Isonzo: ci sta lavorando un team dello IUAV, in caricato di redigere un progetto di valorizzazione ambientale e paesaggistica sull’area situata nel quadrante nord-ovest del Comune di Padova. Il pericolo della maxispeculazione edilizia, tuttavia, non è ancora affatto scongiurato: per ora c’è solo una proroga di due anni per l’inizio lavori, ottenuta ad Agosto grazie al decreto Semplificazioni. È ancora possibile che, se il comune non riesce ad ottenere il controllo dell’area attualmente di proprietà dell’ente Ira (l’Istituto Riposo Anziani di Piazza Mazzini) tramite permuta o acquisto, vengano veramente costruiti i 37 mila metri cubi di edilizia residenziale progettati.
Mega centro commerciale di Due Carrare: la ditta padovana che per prima aveva intrapreso la progettazione di quello che – se vedrà la luce – sarà l’ennesimo, e il più grande, centro commerciale della provincia di padova è fallita. Nel frattempo tuttavia aveva ceduto l’area a una compagnia americana, che tenterà di proseguire con la costruzione. Attualmente le parti sono davanti al Consiglio di Stato perché la Sovrintendenza ha bloccato il progetto, dal momento che il nuovo centro commerciale sorgerebbe davanti al Castello del Cataio e ne pregiudicherebbe il contesto paesaggistico.
Che anche il MOSE non sia altro che una gigantesca speculazione ai danni della città, dell’ambiente e dello Stato è fuori di dubbio. Arrivano però nuovi elementi a confermarlo: secondo le indagini svolte dall’ex presidente del Provveditorato, Roberto Linetti, dal provveditore Cinzia Zincone e dal consulente tecnico Mario Berti due opere che sono parte integrante del MOSE – la conca di navigazione di Malamocco, progettata per garantire la possibilità di entrare e uscire dal porto anche durante la chiusura delle paratie, e le «lunate», costruzioni al largo delle dighe foranee volte ad arginare le maree e a proteggere il MOSE dai venti dominanti, sono state progettate e costruite in modo del tutto inefficiente e con enormi sprechi di denaro pubblico. In particolare la conca – costata finora 375 milioni di euro, quasi il doppio del nuovo ponte di Genova –, oltre a non essere mai stata messa in funzione per una serie di guasti, appare inadatta allo scopo per cui è stata progettata e pericolosa; la lunata di Lido è crollata poche ore dopo il collaudo.
Rimanendo a Venezia, toni accesi in Consiglio Comunale per l’area ex Pili, 42 ettari di terreno inquinato sito a Marghera, acquistato nel 2006 da una società di Brugnaro. Un’area su cui l’attuale sindaco – che ora l’ha almeno nominalmente ceduta a un blind trust – progetta di far costruire un grande Palasport: operazione sulla quale, lamenta l’opposizione, sembra mancare la trasparenza.
Manifestazione in quota lo scorso 10 Novembre sulla Marmolada: protagonista un gruppo «non ufficializzato» di persone che a vario titolo vivono la montagna, che è salito sul gruppo montuoso dolomitico per dare un segnale contrario alla realizzazione di nuovi impianti di risalita. «Purtroppo», dicono, «pare che la Regione intenda finanziare questo tipo di investimenti che, certo, metteranno liquidità nelle tasche dei soliti noti, ma al territorio non procureranno alcun vantaggio».