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SEIZE THE WEEK 13-19 MAGGIO 2024

INTIFADA STUDENTESCA

Sabato 18/05 si è conclusa l’occupazione di Palazzo Bo, culminata in un corteo cittadino che ha contato migliaia di persone. Gli studenti, accampati a Palazzo Bo da più di una settimana, assieme a ricercatori e dottorandi, in quella che ha preso il nome in tutta Italia di Intifada studentesca, avevano uno scopo preciso: fare pressione sulla rettrice Mapelli e il Senato accademico affinchè l’Università di Padova rescindesse gli accordi con Israele e le sue università. La rettrice ha rifiutato un incontro con i protestanti, latitando per più di una settimana e rilasciando delle dichiarazioni inaccettabili, esprimendo solidarietà a chi, a causa dei facinorosi provocatori, aveva avuto difficoltà a partecipare alle lezioni, vedendo minato il proprio diritto allo studio. Ci si domanda cosa significhi diritto allo studio, quando a Gaza le università e le scuole sono state rase al suolo, lasciando decine di migliaia di studenti senza la possibilità di accedere a un’istruzione.

In data 14/05 il Senato Accademico si è riunito discutendo e rilasciando una mozione considerata insufficiente da tutte le persone coinvolte nell’intifada studentesca: l’università ha espresso sconcerto e preoccupazione per l’evolversi del conflitto, impegnandosi a investire in borse di studio per gli studenti e i ricercatori palestinesi, ma, di fatto, non prendendo alcuna posizione netta in merito al genocidio in corso, limitandosi a inserire un richiamo all’art. 15 del Codice di integrità della Ricerca dell’Università di Padova, che si riferisce al rispetto dei principi etici alla base dell’operato dell’Ateneo.

La risposta della comunità studentesca é stata forte e chiara: chiamare un corteo che coinvolgesse l’intera cittadinanza, perché prendere posizione e pretendere la rescissione degli accordi e del sostegno all’occupazione e al genocidio di matrice sionista é responsabilità di tutti e tutte, senza eccezioni. E Padova l’ha gridato forte e chiaro.

ALLERTA METEO

Allerta meteo in Veneto: oltre 80 i Comuni allagati, i più colpiti sono Isola Vicentina e Camposampiero, quest’ultima interessata dall’esondazione oltre 30 metri dall’argine del Muson. Allerta arancione anche per il bacino del Po e il basso Adige.

I temporali hanno causato innumerevoli danni: strascichi pesanti di fango, allagamenti e distruzione di case, negozi e campi. La crisi è anche idrogeologica: è alto il rischio di frane e il terreno fatica ad assorbire tutta l’acqua caduta ed esondata.

Gli esperti parlano di un evento, sì, straordinario nella sua potenza, ma che si inserisce nella scia di eventi estremi dovuti al cambiamento climatico: secondo il direttore del centro studi sugli impatti dei cambiamenti climatici dell’università di Padova Marco Maran “quantità di pioggia simili in poche ore, come successo la notte scorsa, hanno una probabilità, nel corso di un anno, dello 0,3% in un modello senza cambiamento climatico. Ma il cambiamento c’è, e dobbiamo prenderne atto”.

Sotto accusa i ritardi nell’attivazione dell’allerta e della messa in sicurezza del territorio, con particolare riferimento al malfunzionamento dei bacini di laminazione: 23, secondo il Piano per la sicurezza idrogeologica del Veneto, ma soltanto 13 in funzione, a causa di scarsità di fondi statali.

BLITZ DI CASAPOUND

Nella notte tra sabato e domenica 19 maggio è stata imbrattata la segnaletica stradale di alcune vie del centro storico di Padova. L’azione, di matrice neofascista, avviene a seguito del rifiuto da parte del Consiglio Comunale di dedicare una via a Sergio Ramelli, studente militante di estrema destra, ucciso nel 1975 da alcuni militanti di Avanguardia Operaia. Le strade colpite sono: via Euganea, riviera San Benedetto, via Sant’Agnese, via San Nicolò, via Calatafimi e passaggio Elena Cornaro Piscopia. Unanime è stata la condanna da parte della cittadinanza e del Comune: riconoscere un’azione del genere significa legittimare una retorica dannosa, che rischia di essere un lasciapassare pericoloso per la memoria storica collettiva; solo il 29 aprile scorso, a Milano, si era tenuta una fiaccolata in commemorazione della morte dello studente, accompagnata da cori fascisti e saluti romani.

Ora e sempre è importante ribadire che nelle strade delle nostre città non c’è e non ci sarà mai spazio per i fascisti.

MEDICI VENETI IN FUGA

Le condizioni di chi lavora in ambito medico sono sempre più precarie e la conseguenza immediata è la fuga di medici veneti all’estero verso migliori prospettive lavorative. Solo nei primi mesi del 2024, infatti, i medici che hanno abbandonato la regione sono stati 300; 600 solo nel 2023. A determinare la scelta di andarsene sono la prospettiva di compensi e condizioni di lavoro migliori e di una maggiore considerazione a livello sociale; a pesare sono anche i contratti scadenti e il mancato rinnovo delle convenzioni a livello nazionale.

Ogni anno dall’Italia se ne vanno circa 20.000 dottori, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 35 e i 40 anni.

ASTROTURISMO

Alleghiamo una breve storia a fumetti, ambientata ad Asiago, uscita la scorsa settimana su Internazionale, intitolata “Le stelle sono di tutti”, inerente al fenomeno del turismo astronomico: https://www.internazionale.it/notizie/silvia-baccanti/2024/05/20/turismo-astronomico

Il cambiamento climatico, con il conseguente innalzamento delle temperature, ha messo in difficoltà le località che vivono di turismo sciistico, le quali sempre più investono in impianti di innevamento artificiale, con l’acquisto di cannoni sparaneve e ristrutturazione delle seggiovie.

In questo contesto di precarietà ambientale e turistica, si fa strada un nuovo tipo di turismo: l’astroturismo. Nel 2020 il Comune di Asiago è diventato partner di un progetto europeo intitolato “Skyscape”: bando indirizzato alla sensibilizzazione sui temi dell’inquinamento luminoso. A seguito dell’esaurimento dei fondi europei il progetto ad Asiago si è arenato, trovando spazio, però, in altre località montane sopra Bolzano.

L’astroturismo sembra unire due immagini difficilmente conciliabili in questo momento storico: il turismo e la sostenibilità. Tra entusiasmo e scetticismo, il fumetto si conclude con alcune domande provocatorie:

  • È davvero necessario mettere a reddito anche la notte?
  • Commercializzare il cielo stellato è l’unico modo che abbiamo per valorizzarlo?

A voi la palla!