Seize the Week è una rubrica che, a cadenza regolare, riporta i fatti più significativi avvenuti nelle città e nei territori del Veneto. Un’informazione sintetica, indipendente e critica su ciò che accade in regione: fatti politici, realtà di movimento, scioperi, problemi ambientali e molto altro. Questo numero della rubrica si riferisce al periodo dal 1 al 7 maggio 2023.
Primo maggio (ma non per tutti).
Feste dei lavoratori ma non per chi lavora nei tanti supermercati rimasti aperti questo lunedì in Veneto. La cultura del profitto non conosce festività e i sindacati insieme agli studenti protestano portando una rosa ai lavoratori in turno nei supermercati. Riproponendo questa azione, che prende il nome di “Pane e Rose” (dal famoso sciopero del 1912 negli Stati Uniti), si vuole riportare l’attenzione sul lavoro precario e sottopagato al quale molti giovani sono costretti. Non sembra però che il messaggio sia stato recepito da parte delle istituzioni; infatti, l’assessora in regione Elena Donazzan commenta positivamente la scelta del Governo di abbandonare il Reddito di Cittadinanza al quale invece preferisce un incentivo alla “cultura del lavoro”. Resta quindi da capire come il lavoro precario e sottopagato di tanti giovani veneti possa considerarsi “cultura del lavoro”.
Il Veneto cresce meno.
Il Veneto cresce ma meno di Emilia-Romagna e Lombardia, non abbastanza secondo il consigliere regionale d’opposizione Arturo Lorenzoni. La critica è dunque rivolta all’amministrazione Zaia, e alla sua, non meglio specificata, mancata guida dell’economia. Qui su Seize the time abbiamo fatto il punto del lavoro in Veneto, e non abbiamo potuto fare altro che confermare la debolezza della narrazione della regione come “locomotiva d’Italia”. Sebbene i dati ci dicano che il Veneto cresce (seppur meno di altre regioni del Nord Italia) rimane il fatto che questa crescita non è accompagnata da un miglioramento delle condizioni lavorative, in particolare una grossa fetta di contratti è part-time, e ad esserne coinvolte principalmente sono ancora le donne.
PFAS: la situazione è grave ma non è seria.
Ancora silenzio da parte delle istituzioni quando si parla di inquinamento da PFAS. Il Veneto sembra essere proprio nell’occhio del ciclone: nel recente dossier di Greenpeace la nostra regione viene infatti definita come una vera e propria “terra dei fuochi”. Sono 56 comuni, che coinvolgono 350 mila persone, avvelenati dai Pfas della Miteni e per i quali, commenta il portavoce di Greenpeace Giuseppe Ungherese, non sono mai state adottate misure di tutela negli ultimi 15 anni. Questi inquinanti interessano principalmente la zona del Po, ma tramite i sistemi d’irrigazione agricoli passano poi direttamente alle coltivazioni che vengono consumate in tutta la regione. La situazione è ormai nota da diversi anni, ma ora si inizia a parlare di emergenza sanitaria e ambientale “totalmente fuori controllo”. Quanto ancora dovrà peggiorare perché qualcuno inizi a discutere dei provvedimenti da mettere in atto?
Bufera BusItalia a Padova.
Non è stato trovato l’accordo tra BusItalia Veneto e l’ente congiunto di Provincia e Comune di Padova per la gestione del trasporto pubblico. L’azienda di trasporti chiederebbe dai 16 a 18 milioni di euro per sopperire all’aumento di energia e carburanti, mentre l’ente governativo sarebbe fermo ad una cifra molto più bassa di 4-6 milioni di euro; sembra ormai inevitabile che la questione sia destinata a finire in tribunale. In questo contesto già di per sé travagliato si va ad inserire l’imminente aumento dei prezzi dei biglietti del trasporto urbano; a partire da giugno infatti, il biglietto passerà dagli attuali 1,30 euro a 1,70 euro. A riguardo il sindaco Giordani spiega che: “Si tratta di un intervento che è previsto nel contratto e arriva dopo oltre un decennio di tariffe invariate”. Non parole troppe rassicuranti per chi dovrà adattarsi a questa misura così come si sta adattando all’inflazione già presente negli altri settori. Comprensibile quindi la rabbia di sindacati e utenti dopo l’annuncio dei rincari, i quali porteranno Padova ad essere la città veneta con il trasporto pubblico più caro.
Potrebbe andare peggio, potrebbe (non) piovere.
Dopo il 2022 più caldo e arido dell’ultimo trentennio in Veneto, anche per quest’anno incombe il problema siccità; ne avevamo già parlato qui e con l’inizio della bella stagione il tema sta tornando in primo piano. La pioggia di fine aprile però non è stata sufficiente a scacciare le preoccupazioni: infatti piove poco e comunque quando succede solamente il 5% dell’acqua piovana viene trattenuta dal terreno. Cresce la preoccupazione degli agricoltori veneti, settore che più subirà la siccità di quest’estate e che necessita sia risposte a breve termine sia soluzioni strutturali. L’amministrazione Zaia ha deciso di affidarsi alle grandi opere per affrontare la siccità, in particolare il piano presentato si concentra attorno a sei interventi: tra i quali figura la costruzione della diga del Vanoi (sul confine con il Trentino) che già nei mesi scorsi era stata al centro di diverse perplessità. Intanto il settore del turismo può dormire sonni tranquilli perché a Montegrotto Terme arriverà la piscina più profonda al mondo, progetto che si vanta di essere ecosostenibile in quanto dotato di un sistema di riciclo dell’acqua termale. D’altronde è vero che l’acqua termale non può essere direttamente impiegata in agricoltura, ma nello stesso comune di Montegrotto l’anno scorso il sindaco proponeva un piano per la de-salinizzazione delle acque termali, che quindi permetterebbe il loro utilizzo anche in altri settori. Sembra tristemente ovvio che l’appello del sindaco abbia fatto un buco nell’acqua.
Le crepe dell’eccellenza sanitaria veneta.
La fondazione Gimbe ha segnalato una seria carenza di pediatri in Veneto, i quali si trovano con quasi un migliaio di pazienti a testa, costituendo così un deficit di almeno 124 medici. Una carenza purtroppo già nota anche nelle figure dei medici generali, che già accusano l’aggressiva privatizzazione della sanità regionale di cui abbiamo parlato qui. Mentre stiamo ufficialmente uscendo dalla pandemia (in Veneto dovrebbe essere l’ultimo mese di obbligatorietà delle mascherine negli ospedali) le conseguenze economiche rimangono eccome: infatti per il terzo anno consecutivo l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova chiude in rosso. Tuttavia, il direttore amministrativo Fabio Perina parla di “netto miglioramento” in quanto la perdita è stata di “soli” 96 milioni di euro a fronte dei 132 milioni di euro previsti.
Nessuna deriva fascista, garantisce il governo più a destra della storia.
Non scopriamo di certo adesso la presenza del partito neofascista Forza Nuova nella città di Padova, ora però riprovano ad aprire un loro spazio. Infatti, sabato pomeriggio l’associazione Soccorso Nazionale (affiliata a Forza Nuova) ha inaugurato “il Bucranio” nel quartiere Arcella. Pronta la risposta dell’ANPI che, insieme alle realtà antifasciste della città, ha organizzato un presidio a poche centinaia di metri per denunciare la pericolosità di un’associazione politica apertamente razzista in una zona multiculturale e tollerante come l’Arcella. L’apertura di questo spazio costituisce un passo indietro nella lotta contro i movimenti di stampo neo-fascista; infatti, prima delle elezioni era stato compiuto un primo passo, vietando alle liste di Forza Nuova di essere presentate in Veneto. Questa risposta delle istituzioni aveva fatto bene sperare, ma è possibile che, dato l’esito delle elezioni, il clima nei palazzi del potere possa essere leggermente cambiato. Per questo è necessario mantenere alta l’attenzione attraverso le manifestazioni antifasciste come quella organizzata sabato pomeriggio. Parafrasando il finale de La Peste di Albert Camus: “Il bacillo della peste non muore né scompare mai, può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nelle cantine e forse verrà un giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste sveglierà i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.”
Le notizie riportate sono tratte da articoli pubblicati in quotidiani regionali e provinciali e altre testate, in particolare su Il Mattino di Padova, Il Corriere del Veneto, La Nuova di Venezia, Il Gazzettino, SkyTg24, ilsussidiario.net, nella settimana tra il 1 e il 7 maggio 2023.