O del come destreggiarsi tra i DPCM.
La cattiva salute in cui versa il giornalismo italiano si palesa nell’abuso di determinate parole e nella creazione di lemmi che pervertono il significato di determinati fatti o fenomeni.
Così una forte pioggia diventa una bomba d’acqua, la vita notturna nei locali diventa la movida…
Fare controinformazione per noi è anche questo, ripensare le parole, nel tentativo di indagare le motivazioni del loro spostamento di senso. Con una certa dose di ironia che, per citare Romain Gary, è l’affermazione della superiorità dell’essere umano su quello che gli capita.
Commissario
commissàrio s. m. [dal lat. mediev. commissarius, der. di committĕre «affidare»]. – 1. Funzionario cui sono affidati determinati compiti e poteri, sia in modo ordinario e permanente, alla direzione o con la responsabilità di determinati uffici, sia in modo temporaneo, per l’amministrazione straordinaria di enti pubblici, in sostituzione degli organi normalmente previsti dalle leggi, o con altri particolari incarichi;
L’epopea del commissario alla sanità della Calabria ci racconta di una rinnovata e motivata sfiducia nelle istituzioni. La parola “Commissario” ha nella sua etimologia l’idea di affidamento. Un affidamento di compiti e poteri, di responsabilità. La fiducia durante questa epidemia è stata costantemente tradita, non solo in Calabria. La situazione calabrese, che ovviamente ha specificità e colpevoli precisi, rappresenta però anche il picco di una generale tendenza politica che attribuisce e cerca le colpe sempre fuori di sé.
Così Giuseppe Conte può richiamare al “buon senso dei cittadini” affinché a Natale non si ripeta quel che è successo in estate con le discoteche: leggerezze che hanno avuto conseguenze drammatiche.
Di chi è stata quest’eccessiva leggerezza con conseguenze drammatiche? Di chi ha aperto le discoteche? No, ovviamente. Degli avventori.
Saturazione
saturazióne s. f. [dal lat. tardo saturatio -onis «saziamento», der. di saturare: v. saturare]. – 1. Processo attraverso cui una determinata proprietà di un corpo, un sistema, una sostanza, espressa in genere da una grandezza misurabile, tende ad assumere un valore sempre più vicino a un valore estremo che è il più alto valore compatibile con le condizioni esterne; anche il livello (livello di s.) a cui tale processo è giunto:
Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro della Saturazione. La Saturazione è un termine neutro che può cadere nel positivo come nel negativo, in quanto esprime il semplice avvicinarsi di una proprietà di un corpo, un sistema, una sostanza, espressa da una grandezza misurabile, al suo estremo.
L’estremo può apparentarsi con l’eccesso e la Saturazione delle Terapie Intensive, attraverso questo famoso rischio calcolato che assume sempre più i toni di un brancolare nel buio, è un eccesso che non possiamo permetterci. Il sistema sanitario italiano è saturo, carico.
Lo sappiamo perché sono numeri, la saturazione è per definizione misurabile, e anche se il rischio sarebbe stato matematicamente calcolabile, non è mai veramente calcolato.
Sussidistan
«Aderire allo spirito dell’Ue significa una visione diversa dai sussidi per sostenere i settori in difficoltà. Nel lockdown il governo ha assunto misure di sostegno alla liquidità delle imprese e di rifinanziamento al fondo Pmi, ma i sussidi non sono per sempre, né vogliamo diventare un Sussidistan»
In questo che giustamente Left definisce come un “bullismo lessicale” di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, c’è tutto. La cecità, la faciloneria, la presunzione di assurgere la propria limitatissima visuale privilegiata a universale, il proprio ristretto uditorio a stato a sé.
La Nazione non è Confindustria anche se a volte viene dimenticato e la critica di occuparsi più dei poveri che delle imprese, è totalmente infondata. Non siamo il Paese dei sussidi e soprattutto non vogliamo slogan per fare fronte ad una delle crisi più grandi che il nostro -stan. dal sanscrito sthana (luogo, casa), dovrà affrontare.
Focolaio
Dalla potenza di fuoco del premier Conte al coprifuoco alle 22 il passo è breve. Soprattutto se continuano ad accendersi nuovi focolai.
Il termine focolaio è una variante di “focolare” ma raramente viene utilizzata in senso proprio. Molto comune invece nel senso figurato, in ambito, medico, inteso come sede di un processo patologico. Si dice focolaio di un’infezione, ma anche di una frattura (e non sono poche quelle che si stanno aprendo).
Il senso più ampio e ormai a noi troppo familiare è quello di focolaio epidemico, per indicare la porzione di territorio colpita da una manifestazione morbosa collettiva. Per estensione, il focolaio è anche quello della rivolta. Individuarli è una questione politica.
Tesoretto
Un milione e 984mila i calzari già distribuiti, 5 milioni e 651mila i camici, 25 milioni di guanti, 31 milioni le mascherine chirurgiche consegnate, 9 milioni le mascherine ffp2, 163mila gli occhiali. In magazzino ci sono 3 milioni di calzari, 11 milioni ffp2, 9 milioni di cuffie (12 mesi di autonomia), 14 milioni di mascherine chirurgiche (4 mesi di autonomia), 6 milioni di guanti disponibili (2 mesi di autonomia).
Questo, in numeri, il tesoretto del governatore Luca Zaia, sciorinato da tutti i mezzi di informazione locali.
Tesoretto è una di quelle parole nate e cresciute in ambito giornalistico. Il vezzeggiativo, usato per indicare una risorsa di media entità, un surplus, è stato utilizzato per la prima volta dal Ministro dell’Economia Padoa-Schioppa nel marzo 2007, per poi essere applicato anche in ambito sportivo, familiare, strategico.
Non è un caso che Zaia si faccia forte di questi numeri grandi e arbitrari per rafforzare il suo consenso, la sua immagine di governatore che meglio ha gestito l’emergenza sanitaria, ma soprattutto la sua tesi “I dati in Veneto sono buoni, non meritiamo la zona arancione”.
Come se fosse una colpa e invece essere in zona gialla un merito. Perché i veneti, si sa, sono brava gente e si meritano solo colori rassicuranti.