Poco più di un mese fa veniva pubblicato il comunicato delle associazioni di piazzetta Gasparotto sull’arrivo, sotto i portici della piazza, di un nuovo inquilino, che dal primo giorno ha saputo dare prova di sé e della sua idea di rigenerazione urbana cacciando senzatetto e persone dalla piazza per poi cingere di nastro bianco rosso i portici.
In questo articolo Seizethetime ha messo assieme i vari fatti dei quali è stata protagonista l’associazione negli ultimi quindici anni, le operazioni di bonifica cui si è prestata, sempre all’interno di un legame con le forze dell’ordine, di modo da definire le strategie (anche, naturalmente, elettorali) di una parte consistente della destra regionale.
L’associazione Andromeda nasce a Roma nel 1997 per diramarsi poi in varie realtà locali e regionali delle quali quella veneta, nata nel 1999, è attualmente una delle più vive. In quanto Onlus gode di finanziamenti statali. Il presidente dell’associazione veneta, nonché uno dei fondatori di quella nazionale, è Filippo Ascierto, in gioventù carabiniere (fino al grado di maresciallo) e militante dell’MSI, dal 1997 al 2008 deputato per Alleanza Nazionale, dal 2008 al crollo del governo Monti deputato per il Popolo della Libertà. Attualmente è membro di Fratelli d’Italia, partito nel quale ricopre l’incarico di vice-responsabile nazionale del dipartimento rapporti con le Forze dell’Ordine. Oltre ad essere presidente di Andromeda, è noto per un ruolo non marginale durante il G8 di Genova del 2001, come uno dei deputati di Alleanza Nazionale che nei giorni delle manifestazioni occuparono le sedi operative di polizia e carabinieri, di fatto instaurando un breve direttorio politico sulle azioni di sicurezza delle forze dell’ordine. È altresì noto per essersi espresso nei seguenti termini sull’omicidio di Carlo Giuliani: «Forse, se ci fosse stato qualcuno più esperto, ne avrebbero ammazzato più di uno».
In questioni di politica locale, dopo lo sgombero definitivo delle palazzine di via Anelli, ha aperto nei pressi della zona il ristorante L’Onorevole, dichiarando solennemente che avrebbe sostituito «il radicchio alla marijuana, la farina purissima alla cocaina, l’asiago all’haschisch». Il ristorante ha chiuso ed è stato rimpiazzato nel 2019 da una chiesa evangelica, non senza però che prima, ironia della sorte, un cuoco italiano venisse sorpreso a spacciare cocaina all’interno del locale. La zona di via Anelli, celeberrima «trincea del tritacarne del degrado», stando a questo articolo del Mattino, dove sorgeva l’ancor più celebre muro di Padova, è stata al centro di ampi dibattiti con risonanza anche internazionale sul tema del degrado in ragione dell’autentico ghetto che vi si era venuto a creare; lo sgombero delle palazzine fu attuato a suo tempo dalla giunta di centro sinistra, e nel suo complesso l’operazione si è conclusa con la demolizione dell’ultima palazzina operata dall’attuale giunta. Questo articolo di Vice riassume bene la vicenda e il tono delle narrazioni mediatiche che l’hanno accompagnata nell’ultimo decennio. Per quanto riguarda l’Associazione Andromeda, benché il loro ruolo nella riqualificazione urbana di via Anelli sia il risultato che più sovente si rivendicano, è veramente difficile capire in che modo abbiano concretamente contribuito. L’idea di aprire un ristorante di cucina veneta nella zona appena strappata all’abusivismo degli immigrati è in linea con quello che pare essere il più importante evento che l’Associazione Andromeda ha messo in piedi negli ultimi anni proprio in via Anelli: evento di grande profondità umana e politica. Per celebrare i 150 anni dell’unità e la gloriosa riconquista dello spazio di via Anelli l’Associazione Andromeda ha organizzato nel 2011 l’evento 150 anni di bontà italiana, specificamente dedicato alla sensibilizzazione sulla produzione agroalimentare veneta e con annessa cover band dei Nomadi; nel volantino virtuale dell’associazione l’avvenimento viene rivendicato come parte di una più ampia operazione di integrazione per gli stranieri:
Molteplici sono state le attività che avevano lo scopo di occupare il territorio sottraendolo agli spacciatori e consistevano in manifestazioni aperte al pubblico in cui si parlava delle tradizioni italiane attraverso i sapori dei prodotti tipici; del rispetto delle leggi italiane; del confronto con le principali forze di polizia locali; del conoscere i simboli della nostra Nazione come il tricolore che l’associazione aveva posto in ogni punto del quartiere; della cultura e dello spettacolo. In ugual misura ci siamo occupati di integrazione cioè di come far integrare le persone venute regolarmente in Italia per metterle nelle condizioni di comprendere e rispettare le nostre regole e la nostra civiltà.
Al di là della narrazione della riconquista, che non riesce ad essere plateale soltanto per la qualità stilistica del volantino (anche se basterebbe l’immagine del tricolore italiano affisso in ogni punto del quartiere come perenne monito a non dimenticare chi è del posto e sta ospitando i foresti, e con quale sforzo), è abbastanza significativo vedere come il rispetto delle leggi italiane sia un valore che va assolutamente insegnato agli stranieri ma per il presidente dell’Associazione Andromeda può facilmente passare in secondo piano. 150 anni di bontà italiana è un punto nodale nella storia dell’Associazione Andromeda non solo per l’importanza politica che riveste, ma soprattutto perché ha trascinato alcuni membri dell’associazione in una serie di processi che si sono conclusi solo l’anno passato, con l’assoluzione di gran parte degli imputati che pur avevano già ricevuto una condanna, incluso Ascierto, per la caduta in prescrizione dei reati. Per chi fosse interessato a vedere come Filippo Ascierto ha festeggiato la «non inaspettata ma aspettatissima assoluzione», qui il link della sua dichiarazione pubblica a base di pane e soppressa.
Il processo, noto alle cronache come Processo Pantano, ha coinvolto nel 2011, insieme ad Ascierto, il direttore generale dell’Ater di Venezia, Aldo Marcon, e un manipolo di imprenditori edili che il DG dell’Ater aveva messo in contatto con Ascierto per una serie di lavori da portare a termine nella sua villa di Montegrotto in cambio di un’intercessione politica: Marcon era in scadenza di mandato e alla ricerca di un nuovo incarico. Gli stessi imprenditori sono poi stati coinvolti nell’evento in via Anelli per operazioni di messa in sicurezza dell’area consistente nel trasporto e nel posizionamento di alcune transenne. Per questa operazione l’Associazione Andromeda ottenne dal comune di Padova un finanziamento spropositato di 2000 euro, ma un secondo preventivo di 13mila euro fu presentato per fondi nazionali. Con il sovrappiù dei finanziamenti ottenuti erano stati pagati i lavori edili nella villa di Montegrotto. Un vero e proprio pantano che, come detto, alla fine si è concluso con l’assoluzione per prescrizione di buona parte degli imputati.
Nel frattempo, però, l’impegno politico dell’Associazione Andromeda non si è fermato: dal 2018 l’Associazione e il suo leader hanno avuto nuova vita come principali promotori della riqualificazione urbana dei Giardini dell’Arena, cacciando personalmente i facinorosi, guidando uno stuolo di pensionati-sorveglianti e soprattutto riportando la vita nella zona depressa dal degrado con chioschi e bar. A ricordarci che la sicurezza non è di destra né di sinistra, questo articolo di Padovaoggi ci fa notare che l’operazione di Ascierto è stata lodata anche da Chicco Contin, presidente dell’associazione dei baristi dei Navigli, ristoratore e candidato consigliere in lista Giordani.
Più recentemente l’Associazione è balzata alle cronache per l’ennesima operazione di riqualificazione urbana portata avanti in uno stretto sodalizio con il comune e con vari commercianti delle zone soggette alla riqualificazione. A quanto apprendiamo da un agghiacciante articolo del Gazzettino, in data 6 Febbraio 2021 ha «consegnato la piazza [de Gasperi] bonificata al sindaco», sindaco che prontamente ha specificato che non gli interessano le ideologie ma i fatti, praticamente saltando in groppa all’elefante rosa che c’era in piazza e che non potevamo credere nessuno avesse notato. Se infatti la parola «bonifica» dovrebbe quantomeno far insospettire, anche se era emersa nel lessico giornalistico senza destare troppo scalpore già in riferimento ai fatti dei Giardini, la vicenda di Piazza de Gasperi è colorita da una serie di particolari che fanno sistema con la storia dell’Associazione tracciata finora.
Piazza de Gasperi si trova nei pressi della stazione di Padova, zona notoriamente malfamata a quanto fanno sapere cronisti di varie appartenenze, in particolar modo per un costante tran tran di spacciatori in bicicletta, favorito, fino a qualche tempo fa, dallo stretto passaggio che si era creato dietro un vecchio edificio abbandonato, in precedenza di proprietà dell’AVIS; nell’intercapedine tra questo ecomostro e i palazzi adiacenti si era creata la condizione ideale per quelli che il vicesindaco definiva «traffici poco leciti»; ma non era il solo problema. Altra piaga per i residenti erano i negozi di alimentari africani che apparentemente davano asilo al bivaccare dello stuolo di delinquenti, in particolare quella ormai famosa come “macelleria islamica”, una macelleria halal che in apparenza era ritrovo o sede o addirittura centrale operativa della gang di spacciatori, cosa che tuttavia non è specificata in modo accurato da nessuna parte (e i vostri redattori si sono dati anima e corpo alla ricerca di queste informazioni).
Il comune presentò un progetto per l’area nel 2017: un mese e mezzo fa l’inaugurazione di una nuova piazza, con annesso campetto da basket in colori sgargianti. Allo stesso tempo, nell’ottica della giunta comunale di coinvolgere la cittadinanza nella rigenerazione urbana, i gestori di due ristoranti che, dopo la demolizione dell’edificio Avis, danno sulla piazza, hanno ottenuto uno spazio esterno per sedie e tavolini con l’impegno di mantenere la piazza pulita e in ordine. Anche gli altri negozi hanno avuto una serie di agevolazioni, il tutto nell’ottica di far brillare un’area che negli anni passati è stata economicamente e socialmente depressa.
L’Associazione Andromeda ha preso parte a questo progetto da principio, organizzando ronde antispaccio con i residenti dell’area coadiuvati da servizi di vigilanza privata, strenuamente combattendo una guerra di quartiere fino alla vittoria finale, lo sgombero della macelleria islamica. L’operazione è stata pianificata politicamente ai medi livelli: all’inaugurazione ha presenziato la solita Donazzan, il coordinatore di Fd’I Veneto Luca De Carlo e la questore Isabella Fusiello. Il coinvolgimento di alti rappresentanti delle forze dell’ordine, che evidentemente gradiscono gli inviti di associazioni legate alle destre, è una costante per le iniziative di Andromeda a Padova. Lo stabile è stato quindi rioccupato dall’Associazione Andromeda con la sua nuova sede, non prima che un prete fosse venuto a benedire i locali dell’ex-macelleria, sulla base dell’inequivocabile equazione musulmani=spacciatori=peccatori.
Se non fosse tragico sarebbe decisamente grottesco: i crociati, paladini dell’Italia e della sicurezza, liberano avventurosamente un avamposto di briganti infedeli e lo riconsegnano, umili, nelle mani del sindaco, non senza premurarsi, prima, che questo passaggio di testimone sia benedetto da un membro della chiesa. L’evento però segna una svolta nella storia che abbiamo tracciato finora, perché in piazza de Gasperi l’Associazione Andromeda non si è limitata a fare da tramite per accordi tra commercianti e comune, o a promuovere i valori dell’italianità con eventi culturali: questa volta hanno aperto una sede in loco, un presidio (per quanto temporaneo). Possiamo chiederci: una volta riconquistato un territorio, come opera l’Associazione Andromeda per mantenerlo? Ci teniamo a copia-incollare per intero un’altra citazione dal volantino di presentazione:
Nel corso degli anni molteplici sono stati i progetti indirizzati alle “vittime”, intese nel senso più stretto: vittime di reati, vittime di genere, vittime di soprusi, vittima del degrado urbano, vittime di droga, di devianze… Le attività si sono svolte un po’ ovunque, sia all’interno delle sedi istituzionali che dell’associazione, come ad esempio la realizzazione di sportelli di ascolto per le vittime di reati. La sede di Andromeda è stata una base importante per i cittadini, il luogo dove avere una indicazione, un aiuto ed un sicuro punto di sostegno ad ogni livello.
Ancora oggi il mondo di Andromeda ruota attorno alla sicurezza del cittadino proprio per fare in modo che le vittime siano sempre meno ed evitare che un sistema sociale si ritrovi sempre più malato e violento.
Vediamo bene che l’obiettivo di Andromeda è la tutela degli innocenti, di tutte le vittime (ma non proprio tutte) di un mondo sempre più malato e violento. È quasi un’ovvietà tratteggiare le caratteristiche di una retorica populista in queste parole: ci sono innocenti che soffrono, ci sono grandi categorie della malvagità che ovviamente nessuno difenderebbe (la droga, i reati, i soprusi, quella che presumiamo dovrebbe essere la violenza di genere) e c’è qualcuno che, per fortuna, ha ancora un po’ di cuore per pensare ai bambini e quantomeno ad arginare la catastrofe. È dall’alto della sua smisurata sensibilità per la sofferenza che Ascierto ci informa che «nella nostra associazione facciamo lavorare detenuti in permesso e abbiamo messo a disposizione una psicologa» e soprattutto che «i drogati vanno accompagnati al Sert e in strutture dove si possono occupare di loro». Le sedi di Andromeda sono di fatto sportelli di denuncia del degrado, o meglio, di qualsiasi rischio che il degrado sia visibile, perché questo è il punto cruciale: è difficile prendere una posizione contraria a questo tipo di retoriche senza che si offra facilmente il fianco a critiche come «effettivamente lì spacciavano, lì si azzuffavano, lì si ubriacavano, ora non lo fanno più». Ma spostare un problema dalla vista nascondendolo sotto il tappeto non significa averlo risolto; in questa contraddizione, che è reale su un piano più alto di quello della retorica, su un piano che parte dalla considerazione degli esseri umani come tali e dalle radici materiali dei problemi, i nostri eroi sembrano sguazzarci piacevolmente. In un articolo di Repubblica sempre sulla vicenda di Piazza de Gasperi i risultati della riqualificazione urbana sono gloriosamente riassunti in questo modo: Piano piano gli spacciatori hanno cambiato zona (sic) e piazza de Gasperi a Padova è diventato un angolo di città da fotografare e condividere sui social.
Evidentemente è la visibilità del degrado che preoccupa maggiormente, cosa che appare molto chiara anche dal modo in cui Ascierto ha, non troppo tempo fa, lanciato il suo supporto a Luana Levis, candidata della lista di Fratelli d’Italia per le comunali di Padova del 2022, nonche ex compagna di Ascierto, ex presidentessa regionale di Andromeda e attualmente assessore a Solesino: la campagna elettorale dovrebbe consistere di tour antispaccio e presidi nelle zone degradate, come a scongiurare, con una rituale presenza collettiva, il manifestarsi del maligno. Questo ci riporta al presente. L’ultima prodezza dell’Associazione Andromeda risale a non più di un mese fa, in piazzetta Gasparotto, ma potete leggere più approfonditamente la questione, sempre qui su Seizethetime, in questa intervista.