La cattedrale Davanzo di Padova
di AltrAgricoltura Nord Est e le realtà promotrici del D.E.S.
Il cemento armato ha un ruolo particolare nella storia dell’architettura veneta. A partire da Carlo Scarpa, nella seconda metà del Novecento non sono mancate le proposte, sempre minoritarie, a volte distorte, per un uso non brutalmente funzionale dell’innovazione nella tecnologia architettonica più usata nel secolo scorso.
Giuseppe Davanzo, architetto trevigiano, nella seconda metà degli anni Sessanta diede prova di questa possibilità nella costruzione del Foro Boario di Padova, cioè del nuovo mercato del bestiame in sostituzione del precedente, collocato in Prato della Valle. Il progetto ottenne numerosi riconoscimenti anche internazionali: la tecnica del prefabbricato, oggi sinonimo di cementificazione selvaggia e di consumo di suolo, era ancora agli albori, e nella realizzazione di Davanzo si pone come ponte con la tradizione – elemento in comune con Scarpa, alla ricerca di una mediazione fra tecnologie all’avanguardia e dialogo con il passato. La struttura, infatti, si ispira a un tendone a due pennacchi, rappresentati dalle lanterne: il luogo dove, anticamente, avvenivano gli scambi di bestiame torna al centro del moderno commercio.
Lo stabilimento non funzionò tuttavia che per pochi anni, a causa del mutamento della legislazione in termini di commercio e macellazione. Di proprietà comunale, dalla metà degli anni Settanta la sua destinazione d’uso resta incerta, fra prospettive di abbattimento e tentativi, da parte della popolazione, di restituirlo alla comunità; fra questi il progetto di AltrAgricoltura, che da anni utilizza una parte degli spazi per i suoi fini associativi, perseguendo un’agricoltura maggiormente rispettosa dell’ambiente e un accorciamento della filiera produttiva. Negli ultimi anni, però, le giunte comunali si sono mosse nella direzione di un affidamento a una multinazionale privata, Leroy Merlin, mentre alcune associazioni padovane si sono unite per formulare una proposta alternativa, orientata verso la costruzione di un Distretto di Economia Solidale (DES). Qui sotto ci raccontano quel che è successo negli ultimi anni.
L’affidamento del plesso denominato “Cattedrale Davanzo” alla multinazionale Leroy Merlin associata con la ZED Entertainment World, è un regalo di un’intera area pubblica agli interessi privati, addirittura senza sostanziali contropartite.
Il processo di “riqualificazione” dell’area parte dal lontano 2014, quando apparve sui giornali una notizia: il gigante Leroy Merlin propone di acquistare per 11 milioni 200.000 metri quadri di proprietà comunale a Padova Est per creare un enorme punto vendita vicino a Ikea. Tale area non sarà concessa; eppure due anni dopo, a novembre 2016, un raggruppamento d’imprese composto da Zed e Leroy Merlin Italia, in associazione con tre imprese denominate Costruttori, presentano una nota finalizzata alla realizzazione di alcune strutture dedicate all’intrattenimento in corso Australia.
Il 12 novembre 2016 la maggioranza dei consiglieri comunali si dimette: a gestire l’amministrazione di Padova saranno inviati, uno dopo l’altro, due commissari prefettizi. Il primo si limita all’ordinaria amministrazione; il secondo, al quale sono assegnati i poteri del Sindaco, del Consiglio Comunale e della Giunta, governa con largo arbitrio, tanto da lanciare, a due giorni dal ballottaggio del giugno 2017, un bando di gara per la concessione della cattedrale Davanzo. Durata della concessione: 50 anni. Ricadute per i cittadini: nessuna.
Nella stessa estate si costituisce il “Comitato Cattedrale Davanzo” e l’8 agosto 2017 avviene il primo incontro tra il Comitato e alcuni rappresentanti dell’Amministrazione: l’allora vicesindaco Lorenzoni e gli assessori Micalizzi e Gallani. Oltre alla propria contrarietà alla concessione, durante il colloquio il comitato presenta il proprio progetto alternativo, volto in particolare a salvaguardare e favorire il verde e la funzione pubblica del patrimonio comunale.
Per le aree esterne si ipotizzano: una interlocuzione con i cittadini per il miglioramento della viabilità; la rigenerazione del percorso pedonale esistente ma deteriorato, e l’aggiunta di un percorso ciclabile; la destinazione di aree a parco; un parcheggio scambiatore, per diminuire il traffico cittadino, in un contesto di rispetto ambientale; la realizzazione di tetti verdi, per diminuire i disagi dovuti alle isole di calore.
Per le superfici interne, le proposte riguardano la creazione di luoghi dove estendere forme di socialità di prossimità, dedicati a bambini, adolescenti e anziani, in dialogo con un Museo di arte contemporanea; lo sviluppo di attività di enogastronomia, anche a livello di mercato; soprattutto, la creazione di un Distretto di Economia Solidale, denominato D.E.S.
Si avvia così il gruppo tematico di Agenda 21 sul futuro dell’area, che produce un progetto recepito, a fine marzo 2018, da una delibera della Giunta. Il documento di A21 è il frutto del lavoro di una sessantina di portatori d’interesse che hanno partecipato a 11 incontri nella sede di Informambiente e che hanno condiviso due percorsi, uno riguardante il progetto di recupero dell’area e uno proposto e sollecitato da AltrAgricoltura Nord Est, che pone le basi per la costruzione del Distretto di Economia Solidale.
Nel frattempo, però, il Consiglio Comunale di lunedì 11 giugno 2018 approva tre progetti destinati a cambiare l’assetto della città di Padova per i prossimi vent’anni. Leroy Merlin l’ha spuntata, ottenendo in concessione per 50 anni a 50.000 € l’anno l’area dell’ex Foro Boario Davanzo.
Il colosso francese con una buona strategia di comunicazione tenta di mostrarsi più sensibile e impegnato sul fronte ambientale “riqualificando” un’area appositamente lasciata degradare. Ne risulta però un progetto di mera speculazione finanziaria e viene meno la tanto attesa perequazione, cioè una distribuzione in base a dei criteri di equità tra impresa e cittadinanza.
Tuttavia, attraverso il percorso partecipato di Agenda21, si è riusciti ad apportare delle modifiche al piano iniziale, come ad esempio trasferire il gran teatro Geox e preservare la vivibilità di Borgo Peano, recando vantaggio a tutti i cittadini. Oltretutto, in questa snervante trattativa ad AltrAgricoltura Nord Est è arrivata la notifica di sgombero entro il 31/05/2019: ad oggi non è stata individuata una nuova sede per l’associazione, anche se ci sono una delibera di Giunta e una di Consiglio che destinano un’area di proprietà comunale alla realizzazione del D.E.S.
Negli ultimi mesi, tuttavia, la pressione esercitata dal gruppo di lavoro ha fatto sì che le cose si rimettessero in movimento. Nel corso di alcuni incontri il progetto per la realizzazione del D.E.S. e dei restanti progetti è stato discusso a livello tecnico con l’amministrazione comunale, che mostra una discreta apertura. Il problema, allo stato attuale, è che i necessari finanziamenti per l’adeguamento delle strutture possono arrivare solo da una fonte: dalla contrattazione con la multinazionale Leroy Merlin, per allargare i margini del risarcimento e far finanziare l’opera a completo servizio della comunità. La questione ha pienamente a che vedere, in questo caso, con il concetto di Bene Comune: sia per quel che riguarda il piano ambientale, per cui i danni di questa concessione (2 milioni di clienti annui che circolano in auto, aumento PM 10, distruzione di ulteriore verde) devono essere arginati, sia per quanto riguarda la gestione delle risorse, per cui i guadagni del privato devono essere in parte, anche indirettamente, redistribuiti e impiegati a vantaggio di tutti.
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