(La redazione di SeizetheTime è in pausa per l’estate, ragion per cui usciranno meno articoli. Inauguriamo oggi una breve rubrica estiva con i nostri consigli di lettura.)
Vasilij Grossman, Vita e Destino, Milano, Adelphi, 2008 (18,00 euro)
Maggiore romanzo russo sulla Seconda guerra mondiale. Gran parte delle copie sono distrutte in Russia dalla polizia segreta, la prima edizione è stampata postuma in Svizzera. La fortuna italiana si deve, pensate un po’, a Comunione e Liberazione: Giussani lo legge come manifesto anticomunista. La critica (allo stalinismo) è forte, ma – come tutte le grandi opere – il romanzo non si riduce a un manifesto ideologico. E’ uno di quei libri da leggere per capire cosa significa che ‘il meglio è nemico del bene’, o cosa significò il rapporto fra scienza e politica nel Novecento, oppure semplicemente per immergersi in 800 pagine che volano via in un lampo, anche sotto l’ombrellone.
Jean-Claude Izzo, La trilogia di Fabio Montale. Casino totale – Chourmo – Solea, Roma, edizioni e/o, 2011 (19,50 euro)
Da qualche anno circola in un unico volume il trittico di gialli all’odore di aglio, menta e basilico dello scrittore marsigliese che ama i poeti italiani (come facilmente si arguisce dal cognome del protagonista): questa è l’estate in cui bisogna procurarselo. Fanatico della tromba di Miles Davis e di bicchieri colmi di Lagavulin, Fabio Montale è un (ex) poliziotto romantico quanto basta che in questi tre noir mediterranei si destreggia tra malavita di terra e di mare, aggrovigliati delitti di amici e nemici, donne più o meno fatali, rap delle periferie francesi. Qui si trovano la miseria e la bellezza del porto di Marsiglia, la gioia delle chiacchiere ai tavolini e delle lenzuola non stirate, la malinconia senza fine dell’immigrazione, dal Nord Africa alla Francia e ritorno. Tra le pagine di Izzo, perdersi è molto facile, ma quando poi ci si ritrova, è commovente.
Julio Cortázar, Bestiario, Torino, Einaudi, 2014 (11,00 euro)
Non è facile scegliere una tra le raccolte di racconti dello scrittore argentino nato a Bruxelles. Forse questa, sin dal titolo “zoografico”, può servire da introduzione all’immaginazione di Cortázar, dove il punto la linea e la superficie sono una cosa sola e tutte le cose insieme, dato che le dimensioni tradizionalmente intese non servono più a misurare le righe di questo libro. Basta scorrere i titoli dell’indice – Casa occupata, Lettera a una signorina a Parigi, Lontana, Omnibus, Cefalea, Circe, Le porte del cielo, Bestiario – per cominciare ad accorgersi che il mondo in cui crediamo di vivere con comodità, se guardato da vicino, è molto meno rassicurante e molto più divertente di quanto pensassimo. Un motivo ulteriore per avere in borsa questo libro prima di partire? Contiene, in appendice, due testi saggistici dell’autore che sono, forse, il miglior modo per capire come funzionano i racconti (non solo i suoi).
Vladimir Nabokov, Ada o ardore, Milano, Adelphi, 2017 (15,00 euro)
Se siete di quelli che ad agosto vogliono portarsi via un solo, bel, libro, che preferibilmente superi il mezzo migliaio di pagine, perché sia il compagno fedele di vagabondaggi o ozi, ecco questo romanzo molto russo ma anche non poco atlantico fa al caso vostro. Se invece vi danno allergia e prurito l’incesto, i nascondigli erogeni, le farfalle screziate, gli sfrenati anagrammi, le partite a scacchi interminabili, i suicidi oceanici, la decrepitezza un poco languida, gli abbagli (tutte cose di cui Ada, sia in quanto libro sia in veste di personaggio, è prodiga), beh allora lasciate perdere.
Leonardo Sciascia, L’Affaire Moro, Milano, Adelphi 1994 (11,00 euro)
Apparentemente solo uno tra i numerosi lavori reportagistici e di inchiesta di Sciascia, ma peculiare per almeno due ragioni: scritto nel 1978, in contemporanea e appena dopo gli eventi dell’affaire, da uno Sciascia che è anche deputato e membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro. In uno scenario politico e giornalistico allucinato, l’azzardo di Sciascia è di leggere le lettere del presidente della democrazia cristiana e i comunicati delle Brigate Rosse con lo scrupolo di un filologo, trattandoli non come gli scarabocchi di un prigioniero impazzito o gli sproloqui di fanatici, ma alla stregua di documenti semantizzantesi a più livelli. In questa edizione poi è annessa anche la relazione della commissione d’inchiesta che Sciascia presentò in parlamento: 35 pagine folgoranti da cui traspare tutto l’irrisolto, il taciuto e il grottesco di questo Affaire italiano.